Storicamente. Laboratorio di storia
Febbraio e giugno '48
Va rilevata la continuità delle rivendicazioni popolari tra febbraio e giugno 1848. M.G. Meriggi presenta gli scioperi, le manifestazioni e tutte le aspirazioni popolari a partire dal 1840, saltando l’esperienza del febbraio 1848:

… ho voluto permettere al lettore di percorrere interamente la serie delle rivendicazioni di salario e regole del lavoro; non tenendo conto della cesura di febbraio, diventando più evidenti le continuità de comportamenti e dei linguaggi (L’invenzione della classe operaia, 243).

Il vero ’48 parigino, per il popolo, non è febbraio bensì l’insurrezione di giugno. Questo elemento lo ritroviamo anche nella canzone Les Tombeaux de Juin di Charles Gille:

Et toi, soldat, qu’un pouvoir leur oppose,
Toi qui demain deviendras ouvrier,
Ces combattants servent la même cause
Qu’ils défendaient aux jours de février !

Des les flétrir du moins que je vous défie.
Les criminels ! ils n’ont pas réussi.
Ce Février que l’on nous déifie
Est fils du peuple, et Juin fut peuple aussi

Il movimento dei lavoratori tra il febbraio ed il giugno 1848 preoccupava le forze dell’ordine. Ricordiamo i numerosi avvisi firmati da Caussidière, prefetto di Polizia, tesi a mantenere l’ordine pubblico. Ad es. il 10.3.1848, invitava i commissari a inviargli una lista dei clubs aperti nei quartieri. Il 23 marzo cercava di dissuadere gli operai a partecipare alle manifestazioni notturne. Il 1 aprile 1848 si rivolgeva ancora ai commissari:

Je suis informé que des rassemblements tumultueux se portent sur divers ateliers pour contraindre, par le violence, sous de prétextes plus ou moins spécieux, les ouvriers tranquilles à abandonner leurs travaux et à se joindre à eux pour aller ailleurs exciter de nouveaux désordre. Ces manifestation compromettent les intérêts du commerce et de l’industrie, et constituent un attentat contre le liberté individuelle et la sûreté des propriétés. Il est important de les réprimer dès le principe, afin d’empêcher que les groupes de malintentionnés se recrutent des oisifs qu’ils pourraient rencontrer sur leur chemin [fonte : Aa 427 – Evénements divers 1848, AP Po].

Credo sia utile confrontare questo avviso con quello del luglio 1830, in cui era ribadita la libertà dell’industria:

Se gli operai di Parigi intendono esporre dei reclami fondati, questi devono essere presentati alle autorità competenti individualmente e in forma regolare. Nessuna domanda rivolta a noi al fine d’intervenire tra il datore di lavoro e il lavoratore a proposito della determinazione del salario, o della durata del lavoro giornaliero, o della scelta degli operai, non sarà ammessa, essendo stata formulata in contrasto alle leggi che hanno consacrato il principio di libertà dell’industria (Sewell, Lavoro e rivoluzione in Francia, 336).

Per gli operai la Repubblica di febbraio assomigliava sempre più alla Monarchia di luglio.

Note

H. Schneider, La république clandestine (1840-1856), cit., 308-309.