Storicamente. Laboratorio di storia

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Sandro Carocci e Isabella Lazzarini (eds.), “Social Mobility in Medieval Italy”

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Sandro Carocci e Isabella Lazzarini (ed.), “Social Mobility in Medieval Italy (1100-1500)”, Roma, Viella, 2018, 426 pp.

Quali processi di mobilità sociale hanno trasformato l’Italia medievale? Quali canali erano portatori di mobilità e come interagivano fra loro? Quale tipo di mobilità è realmente osservabile e come è stata studiata dalla storiografia? A queste e numerose altre questioni è stato dedicato il progetto PRIN La mobilità sociale nel medioevo italiano (secoli XII-XV), il cui convegno conclusivo ha prodotto il volume Social Mobility in Medieval Italy. Gli assunti storiografici che il progetto aveva lo scopo di verificare e che costituiscono il punto di partenza dei saggi raccolti nel libro sono i seguenti: il passaggio fra la fine del secolo XIII e l’inizio del XIV da una prevalenza di fattori economici a quella di fattori politico-istituzionali nei processi di mobilità; il rallentamento delle dinamiche di mobilità tipico del tardo medioevo, tradizionalmente contrapposto alla fase di crescita economica propria della piena età comunale; l’emergere negli ultimi due secoli del medioevo di chiusure di ceto e di stratificazioni basate su nuovi ruoli istituzionali. L’obiettivo era quello di andare oltre lo studio di casi di mobilità individuale, per identificare soprattutto fenomeni di mobilità strutturale, vale a dire di interi gruppi sociali, o di mobilità interna a uno stesso gruppo.

Prendendo in considerazione un ampio contesto geografico (l’intera penisola italiana) e cronologico (tutto il basso medioevo), le diverse unità di ricerca hanno dunque affrontato il questionario privilegiando ciascuna i fattori economici, quelli politico-istituzionali, il ruolo della cultura e delle professioni, il ruolo della Chiesa. Il volume Social Mobility in Medieval Italy riunisce i risultati di queste ricerche e, mediante la pubblicazione dei saggi in inglese, propone un aggiornamento storiografico rivolto a un pubblico internazionale.

Il libro si colloca infatti in una prospettiva europea, come dimostra la prima sezione (Frameworks) dedicata alle comparazioni con altri contesti. Il questionario di partenza è allargato ad altre realtà europee, con saggi relativi a Inghilterra, Francia, all’Impero germanico, ai Paesi Bassi e ai regni cristiani della penisola iberica. Gli studi mostrano innanzitutto gradi differenti di interesse per il tema della mobilità sociale nelle storiografie nazionali. La maggiore ed esplicita attenzione della storiografia inglese per l’argomento consente a Christopher Dyer di condurre un’analisi che tocca diversi gruppi sociali, individuando significativi fenomeni di mobilità interna che vanno ben oltre le tradizionali scansioni cronologiche (prima del 1100, dopo la peste del 1348, e soprattutto nella prima età moderna). Rilevante anche l’interesse nei Paesi Bassi, in cui gli studi hanno affrontato le dinamiche di mobilità in città e campagna, nel contesto dei poteri signorili e della nascita degli stati territoriali, rivedendo alcuni paradigmi, quale la mobilità sociale nelle città interpretata principalmente come esito dei commerci internazionali e invece strettamente legata anche alle diverse forme di organizzazione dell’economia rurale locale. La storiografia francese invece, sottolinea François Menant, si è frequentemente occupata di mobilità sociale senza mai definirla in questi termini e non ha pertanto riservato indagini specifiche al tema, sotteso a numerose ricerche tanto sul mondo urbano quanto su quello rurale.

La seconda sezione (Surveys) presenta i principali risultati del gruppo di ricerca in ambito italiano, con una serie di saggi dedicati ai canali della mobilità sociale (la Chiesa, gli offici, il potere signorile, la diplomazia), alle sue rappresentazioni e ad alcuni suoi protagonisti (le donne), così come ai fattori portatori di cambiamenti strutturali. A essere approfondito è soprattutto il dibattito sul peso variabile di fattori economici e politici negli ultimi secoli del medioevo. Ciò che emerge dai contributi è come i vari canali non intervengano mai singolarmente nei percorsi di mobilità sociale, ma agiscano in stretta relazione con altri canali e fattori, prevalendo in momenti differenti.

L’ampiezza geografica e soprattutto cronologica dell’indagine consente inoltre di osservare che lo stesso canale poteva avere un ruolo e un peso variabili secondo le aree e i periodi, come mostrato chiaramente da Sandro Carocci relativamente alle istituzioni ecclesiastiche. Nel mondo ecclesiastico si rilevano infatti dinamiche di forte mobilità sociale che secondo le fasi sono legate a fattori e coinvolgono soggetti diversi: un periodo di apertura che portò allo sviluppo del basso clero dal secolo XII; la mobilità per lo più discendente dovuta al successo degli ordini Mendicanti nel XIII; l’emergere da metà Duecento della stretta relazione fra potere politico e Curia romana nel controllo dei benefici ecclesiastici; infine dal Quattrocento il calo della mobilità sociale provocato dalla venalità delle cariche ecclesiastiche, ormai soggette a uno stretto controllo familiare. Sul lungo periodo si osserva dunque come la Chiesa da canale di mobilità diventi fattore di riproduzione delle gerarchie sociali.

La terza sezione (Themes) arricchisce il quadro con approfondimenti tematici che spaziano dal ruolo delle corporazioni notarili alla rivoluzione commerciale del Duecento nelle città comunali; dalla mobilità di rustici e milites rurali fra XII e XIV secolo alla gestione dei beni comuni nelle comunità rurali fra Due e Cinquecento; dal servizio nell’amministrazione dei regni di Napoli, Sicilia e Sardegna al finanziamento della fiscalità regia, fino all’architettura dei palazzi aristocratici del Regno di Napoli come fattore di mobilità sociale e al tempo stesso marcatore di status. Oltre ad aggiungere elementi di complessità, il merito di questa parte del volume è quello di estendere l’analisi a contesti diversi rispetto a quello dell’Italia centro-settentrionale.

La molteplicità dei contesti politico-istituzionali presi in esame nel volume – non solo città e regni, ma anche campagne, comunità e poteri locali – illustra la complessità delle dinamiche di mobilità sociale, con variazioni tanto sul piano geografico quanto su quello cronologico. I contributi mostrano come alla fine del medioevo l’irrigidimento dei processi di mobilità spesso postulato in sede storiografica sia stato solo parziale e limitato ad alcune aree; a un’attenta analisi anche la crisi del Trecento assume un nuovo significato, divenendo motore di un dinamismo economico e di nuove opportunità di trasformazione del quadro sociale.

Sommario

Introduction, Sandro Carocci - Isabella Lazzarini

1. Frameworks

Social Mobility in Medieval England, Christopher Dyer

La mobilité sociale dans la France médiévale et son historiographie, François Menant

La mobilité sociale dans les villes de l’Empire germanique à la fin du Moyen Age, Pierre Monnet

Social Mobility in the Medieval Low Countries (1100-1600), Frederik Buylaert - Sam Geens

The Christian Kingdoms of the Iberian Peninsula (1100-1500): Concepts, Facts and Problems Concerning Social Mobility, David Igual Luis

2. Surveys

Italian Church and Social Mobility (1200-1500), Sandro Carocci

Officialdom in the Early Renaissance State. A Channel of Social Mobility? Hints from the Case of Lombardy under the Visconti and the Sforza, Andrea Gamberini

Social, Economic and Political Upward Mobilities. On Communal Italy in the Fourteenth and Fifteenth Centuries, Giuseppe Petralia

Mobility and Lordship, Simone M. Collavini

Italian Diplomacy: an Open Social Field (1350-1520 ca.), Isabella Lazzarini

Businessmen and Social Mobility in Late Medieval Italy, Sergio Tognetti

Women, Lifecycles, and Social Mobility in Late Medieval Italy, Serena Ferente

Cacciaguida as Sociologist. Representations and Social Change in the Italian Communes, Giuliano Milani

3. Themes

Aspects of Social Mobility in the Towns ofthe Kingdom of Naples (1300-1500), Francesco Senatore - Pierluigi Terenzi

Architecture and Social Mobility: New Approches to the Southern Renaissance, Bianca de Divitiis

Social Mobility in Late Medieval Sicily: Continuity and Change, Alessandro Silvestri

Aspects of Social Mobility in the Kingdom of Sardinia (1300-1500), Olivetta Schena

Common Goods in the Flow of Social Mobility. Res, Values, and Distinction in Rural Environments (1200-1600), Massimo Della Misericordia

Rural Milites in Central and Northern Italy between Local Elites and Aristocracy (1100-1300), Maria Elena Cortese

Italian Communal Cities and the Thirteenth-Century Commercial Revolution: Economic Change, Social Mobility, and Cultural Models, Lorenzo Tanzini

Guilds of Notaries and Lawyers in Communal Italy (1200-1500). Institutions, Social Contexts, and Policies, Alma Poloni

Conclusions, Jean-Claude Maire Vigueur