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Alberto Guasco, “Spagna ’82. Storia e mito di un mondiale di calcio”

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Alberto Guasco, “Spagna ’82. Storia e mito di un mondiale di calcio”, Roma, Carocci, 2016, 173 pp.

Appare sempre difficile descrivere la storia del presente, soprattutto se questa tocca le corde della nostra emotività collettiva. Questa complessa operazione è brillantemente riuscita a Guasco nel presente volume, che racconta le vicende legate al terzo mondiale di calcio vinto dalla nazionale italiana. L’a., infatti, è riuscito a miscelare adeguatamente passione per l’argomento e rigorosità scientifica, tanto che il suo libro non è solo un mezzo per celebrare una emozionante vicenda calcistica, ma rappresenta anche un punto di riferimento a cui rifarsi dal punto di vista documentale.

Nel volume due elementi risultano subito evidenti: da un lato la scorrevolezza della prosa e la capacità dell’autore di far vivere al lettore le emozioni e l’atmosfera di quell’inizio estate del 1982, dall’altro l’uso di una cospicua mole di documenti, reperiti in differenti archivi pubblici e privati, ma anche l’utilizzo di articoli e libri dedicati a quel campionato mondiale.

Strizzando l’occhio a una fetta di pubblico più ampia rispetto ai soli appassionati di storia, l’a. apre il libro con un primo capitolo dedicato al mondiale giocato, attraverso la cronaca degli eventi che si sono susseguiti sul campo e che hanno permesso agli azzurri di alzare al cielo la coppa del mondo l’11 luglio del 1982.

Il volume prosegue con un secondo capitolo dedicato allo studio di come il mondiale venne raccontato dalla stampa, dalla radio e dalla televisione, dove l’a. si concentra sull’analisi dei testi dei giornalisti più importanti che seguirono l’evento, tra cui Ameri e Martellini, le cui voci possiamo quasi ascoltare, leggendo gli stralci delle loro cronache radiotelevisive.

Centrali risultano il terzo, il quarto e il quinto capitolo, dedicati alla disamina del mondiale di Spagna ‘82, rispettivamente, dal punto di vista della simbologia nazionale, della politicizzazione della vittoria italiana e della gestione economica dell’intera kermesse.

Rispetto a «Il mondiale nazionalizzato», sulla linea di quanto ha fatto in precedenza Alejandro Quiroga, che ha narrato il momentaneo riappropriarsi da parte degli spagnoli di una propria simbologia nazionale dopo la vittoria delle “furie rosse” nel mondiale del 2010 [Quiroga, Football and National Identities in Spain. The strange Death of Don Quixote, Basingstoke: Palgrave-Macmillan, 2013], Guasco racconta come il successo azzurro del 1982 abbia aiutato a costruire una nuova identità italiana, ridando peso a un discorso nazionale, che, essendo stato monopolio dello Stato fascista, era stato per anni mitigato [A. Botti, Iglesia y Nación en los anõs de entreguerras en la historiografia del postfranquismo in A. Botti, F. Montero, A. Quiroga (eds.), Católicos y patriotas. Religión y nación en la Europa de entreguerras, Madrid: Silex, 2013].

Per quanto riguarda «Il mondiale politicizzato», invece, l’a. fa una disamina di come i vari partiti cercarono di cavalcare la vittoria degli azzurri, con un focus molto interessante sull’atteggiamento dell’allora presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini e, ovviamente, dell’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, il quale, ostentando la sua gioia da primo tifoso d’Italia il giorno della finalissima tra Italia e Germania divenne una delle icone più importanti di quella manifestazione.

Il quinto capitolo, «Il mondiale economico», ci dà il polso di come la kermesse sia stata gestita dal punto di vista dell’immagine e delle sponsorizzazioni. Molto interessanti risultano i paragrafi dedicati a vicende poco chiare come quella legata ai premi in nero che sarebbero stati ricevuti dagli azzurri dopo la vittoria della manifestazione, o come quella connessa alla possibile combine che sarebbe stata ordita dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio per la partita tra Italia e Camerun e che sancì, da una parte, la qualificazione degli azzurri al girone successivo e, dall’altra, l’eliminazione onorevole (non avevano perso un incontro) dei leoni africani.

L’ultimo capitolo è invece dedicato al modo in cui questa vittoria italiana sia stata fonte d’ispirazione per molti artisti, i quali hanno fatto più volte riferimento al mondiale di Spagna in opere letterarie e teatrali, in quadri, canzoni e film.

Sullo sfondo del racconto si intravede il nostro paese nel 1982, impegnato nella lotta al terrorismo e alle prese con una difficile situazione economica, ma si scorge anche la complessa situazione internazionale che vedeva nella guerra della Falkland e nella questione polacca legata a Solidarność gli avvenimenti più discussi in quel momento.

Ci troviamo di fronte, dunque, a un libro rivolto a un pubblico eterogeneo, composto da semplici appassionati alle vicende sportive, da amanti della storia contemporanea e da studiosi. Vista l’abile descrizione sociale, politica ed economica del periodo in cui si è svolto il mondiale del 1982 operata da Guasco, credo che tale volume rappresenti un importante contributo per il filone di studi incentrato sulla storia dello sport in Italia.