Rappresentare la territorialità
a cura di Paola Bonora


Premessa
di Paola Bonora

Con questo primo fascicolo di «Quaderni del territorio» si inaugura un ulteriore profilo di «Storicamente», dedicato agli studi di carattere territoriale. Le discipline geografiche, finalmente riemerse da una lunga e bellicosa crisi, sono tornate al centro delle riflessioni, chiamate in causa da quella serie di cambiamenti che definiamo globalizzazione, capaci di trasformare le combinazioni spazio-temporali. Travolte da un rivolgimento ontologico che ha mutato la natura, il peso, il ruolo, le interazioni fra le componenti in gioco e dunque imposto la necessità di sguardi intrecciati tra le discipline.

Quando uno storico come Karl Schlögel (ri)scopre che si può «leggere il tempo nello spazio» [2009] in definitiva compie un’operazione di eguale portata benché di segno opposto a quella di Lucio Gambi quando scriveva «una geografia per la storia» [1973] e, prima di lui, dei geografi classici per i quali il nesso tra spazio e tempo era inscindibile. Si tratta allora di capire le direzioni dei processi, decostruire i linguaggi dei soggetti che li animano, disvelare le modalità di produzione dello spazio in questo mondo nuovo frutto della postmodernità.

Uno «spatial turn» [Warf, Arias 2008] che mette in soffitta le rigidità epistemiche (per prime quelle dello storicismo) e schiude a registri compositi, plurali, in cui la componente culturale diventa il paradigma entro cui declinare grammatiche di senso multiformi. Dal dominio del tempo si è passati alla spazializzazione, alla simultaneità di un presente che giustappone e confonde i piani e le scale di osservazione. La natura discorsiva dello spazio abbozza scenari di pura relatività in cui nulla è cardinale, abbatte gli impalchi strutturali e semina il terreno di evocazioni simboliche, provvisorie, rarefatte. Uno spazio che non esiste prima di essere rappresentato, raccontato, evocato.

E dimentica spesso la territorialità, la sua immanenza e corporeità, le ragioni e gli agenti della sua produzione. Con un rischio di astrattizzazione e sperdimento suggestivi come dimensione poetica, ma alla fine evanescenti sotto il profilo politico, mentre sul territorio si compie la riconfigurazione transcalare del mondo globalizzato e si tracciano le nuove mappe del potere e delle ingiustizie.

I «Quaderni del territorio» vogliono frequentare entrambe le sfere, accogliendo la ricchezza di prospettive che la molteplicità delle visioni promette, ma con decisa attenzione alla territorialità, alle voci e ai significati, ai conflitti e alle contraddizioni che ne sono lievito.

In questo fascicolo giovani aspiranti geografi (non saprei come altro definirli non avendo i più collocazione accademica se non precaria) si esercitano a raccontare spezzoni di mondo con gli strumenti che la geografia offre. I saggi sono comunque passati al vaglio di un rigoroso referaggio. Il focus è sulla rappresentazione della territorialità nelle le sue più diverse accezioni. Lo dedichiamo a Stefano Torresani che ci ha lasciati e ci ha insegnato la pazienza e l’ironia.

Sono stati citati:

Gambi L. 1973, Una geografia per la storia, Torino: Einaudi

Schlogel K. 2009, Leggere il tempo nello spazio. Saggi di storia e geopolitica, Milano: Bruno Mondadori

Warf B., Arias S. 2008, The Spatial Turn. Interdisciplinary Perspectives, London - New York: Routledge

 
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DOI 10.1473/quadterr01 Storicamente 2011

Published: December 8th 2011

 

 

 

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