A.L.C.I.D.E. (Analysis of Language and Content In a Digital Environment) è un progetto nato dalla collaborazione tra due centri di ricerca della Fondazione Bruno Kessler LINK https://www.fbk.eu/ di Trento: l’Istituto storico italo-germanico LINK isig.fbk.eu e il gruppo Digital Humanities LINK https://dh.fbk.eu/ del Center for Information and Communication Technology. L’obiettivo del progetto è di fornire alla ricerca storica nuovi strumenti per lo studio della comunicazione politica attraverso un software originale di analisi del discorso.
Il caso di studio è rappresentato dall’analisi degli scritti e discorsi politici di Alcide De Gasperi, il cui corpus (oltre 10.000 pagine a stampa) è disponibile grazie all’edizione critica messa a punto sotto la direzione scientifica di Paolo Pombeni da un’equipe di ricerca coordinata dalla Fondazione Bruno Kessler [De Gasperi 2006-2009].
Gli studi sul discorso
Negli studi storico-filosofici trovano spazio differenti concezioni del discorso, da quella più strettamente legata alle pratiche di strutturazione del pensiero (il discorso come unità testuale) a quelle più portate a descrivere fenomeni sociali e culturali (il discorso come pratica di costruzione del sapere e di organizzazione della realtà sociale). Il discorso non rappresenta, in questo senso, né un concetto né un orizzonte di studio univocamente connotato, ma costituisce uno strumento di analisi per cogliere e descrivere determinati fenomeni storico-sociali.
Questa prospettiva ha conosciuto in anni recenti differenti declinazioni, che vanno dalla Critical Discourse Analysis, una prospettiva che analizza le forme linguistiche attraverso cui il potere struttura se stesso ed è all’origine delle disuguaglianze sociali [Van Dijk 2013], alla Historische Diskursanalyse, che muovendo da una concezione costruttivista della realtà sociale e culturale analizza le forme del potere e gli ordinamenti in cui questo lavoro di costruzione si articola [Landwehr 2008].
Al di là delle possibili affiliazioni teoriche e delle differenze legate ai singoli orizzonti epistemologici delle teorie del discorso, la premessa metodologica del progetto A.L.C.I.D.E. rimanda all’idea che il discorso rappresenta una forma di organizzazione della realtà. L’elemento centrale di questo fenomeno è costituito dall’uso del linguaggio, che rappresenta l’unità specifica dell’analisi del discorso che questa ricerca intende condurre.
L’orizzonte di studio del progetto A.L.C.I.D.E. è dunque più circoscritto rispetto a quello affrontato dalla gran parte delle teorie della Discourse Analysis. Il progetto nasce infatti da una ricerca concreta che prende in considerazione il discorso anzitutto come uno specifico contesto comunicativo, quello della politica, regolato dalla lingua scritta o parlata. Per “discorso politico” si intende dunque quell’insieme di pratiche comunicative e atti linguistici che accompagna la nascita e lo sviluppo dei processi ideologici e rappresenta di per sé una forma dell’azione politica.
Si tratta, in altri termini, di un’accezione pragmatica del “discorso politico”, che rappresenta il luogo per eccellenza della mediazione e dell’interazione politica e descrive un utilizzo specifico del linguaggio con finalità tipicamente persuasive [Cedroni 2002]. Quello che prendiamo in considerazione ponendo gli scritti e i discorsi di De Gasperi al centro della nostra analisi è in altre parole il discorso politico primario, ossia il “linguaggio dei politici”. È un aspetto specifico del più generale fenomeno della comunicazione politica, e interessa in particolare l’intreccio tra pensiero e azione politica, tra la costruzione dell’ideologia e il suo dispiegamento attraverso lingua e atti linguistici.
L’orizzonte in cui la ricerca si muove è dunque quello della riflessione sui nessi tra pensiero, discorso, testo e contesto. È un tema affrontato attraverso differenti forme di analisi (concettuale, semantica, linguistica, testuale) di un preciso corpus documentale. La ricerca muove dalla disponibilità di un corpus di grande rilievo per lo studio della storia politica italiana, quello degasperiano, e dalla disponibilità di strumenti informatici di analisi tradizionalmente poco utilizzati dalla riflessione storiografica. Il progetto è dunque il frutto di una sfida, quella di verificare quanto gli strumenti messi a punto dalla linguistica computazionale e dall’analisi linguistica applicata al discorso politico possono aiutare il lavoro dello storico della politica.
L’obiettivo è la costruzione di una piattaforma informatica per lo studio del discorso politico. Si tratta di uno strumento per svolgere analisi di contenuto (concetti, parole chiavi, co-occorrenze, nomi di persone, riferimenti geografici) e analisi linguistico-retoriche (analisi lessicali, complessità sintattica e leggibilità) con cui ricostruire i principali aspetti morfologici dell’ideologia degasperiana. Uno strumento, dunque, per analizzare forme e contenuti della comunicazione politica di De Gasperi, la quale è da considerare a pieno titolo parte integrante dell’azione politica dello statista trentino.
Uno sguardo transdisciplinare
Presentata in questi termini sembrerebbe che l’interazione tra le varie discipline chiamate a dare il proprio contributo per la buona riuscita del progetto sia declinata in termini funzionalistici, con la linguistica e le scienze informatiche che sembrano svolgere un ruolo ancillare e strumentale rispetto al sapere storico. In vero fin dalle prime battute di questa ricerca, resa disponibile grazie all’appoggio della Fondazione Bruno Kessler e al finanziamento di alcuni soggetti esterni (Fondazione Cariplo e Fondazione Cariplo), si è compreso che ci si trovava davanti a uno spazio di indagine multiforme e indefinito dal punto di vista disciplinare, dove il dialogo tra la storia (in particolare la storia delle idee e la storia politica), la linguistica e le scienze informatiche sarebbe avvenuto solo a patto di una guida condivisa della ricerca. Non si ha dunque la prevalenza di un dominio sull’altro, di un ambito disciplinare sull’altro. Ogni componente della ricerca muove naturalmente dal proprio retroterra metodologico e culturale e si pone specifici obiettivi, ma il progetto non può che svilupparsi grazie al contributo e all’interazione tra i diversi saperi, che come obiettivo si pongono la costituzione di uno spazio disciplinare frutto della contaminazione e della concorrenza dei contesti disciplinari originari.
La ricerca si sviluppa lungo il confine tra i diversi campi di studio e nelle zone di intersezione che si muovono a cavallo tra i saperi coinvolti. Non si tratta di un semplice dialogo tra discipline che usano gli strumenti messi a disposizione da altre discipline per affinare e sviluppare meglio le “proprie” ricerche; si tratta di costruire uno spazio in cui ogni prospettiva metodologica entri in dialogo con le altre, per dare origine a prospettive di ricerca dallo statuto epistemologico talvolta indefinito.
ALCIDE nasce quindi in un campo ancora in movimento. La sua natura transdisciplinare è pienamente coerente con i nuovi approcci delle Digital Humanities attenti alla possibilità di una definizione di un nuovo concetto di knowledge design [Schnapp 2013]. Il processo creativo collaborativo alla base di ALCIDE unisce competenze diverse e richiede una «literacy di base trasversale» e contribuisce all’affermazione di «nuovi modelli di sapere caratterizzati dalla convergenza di ruoli un tempo differenziati» [2015].
Le domande di partenza guidano e influenzano significativamente i risultati. Vale dunque la pena esplicitare quelle intorno a cui ha preso le mosse un progetto che, come si è accennato, intende riflettere sul potere performativo che il pensiero e la lingua hanno in ambito politico. Al centro del progetto ci sono temi e questioni che possiamo riassumere così: quale rapporto si instaura tra idee politiche e parola? E tra parola e azione politica? Come si vestono linguisticamente le ideologie? Ancora, intorno a quali contenuti si sviluppano le proposte di una precisa famiglia politica? E quali strategie discorsive vengono utilizzate per fondare e consolidare le ideologie politiche? Come si è formata e come si è evoluta nel tempo la proposta politica degasperiana? Quale il registro retorico e discorsivo che la ha accompagnata?
La piattaforma
La piattaforma ALCIDE LINK http://celct.fbk.eu:8080/Alcide_Demo/, sviluppata da un gruppo di ricerca specializzato in informatica umanistica (Sara Tonelli, Giovanni Moretti, Rachele Sprugnoli, Stefano Menini, Alessio Palmero Aprosio), nasce dall’integrazione tra strumenti di analisi delle tecnologie del linguaggio e modelli di visualizzazione di strutture dati complesse. Si tratta di una piattaforma web che permette diversi tipi di analisi automatica dei documenti degasperiani, come ad esempio l’estrazione di concetti chiave, la ricerca testuale basata su lemmi e stringhe, le ricerche georeferenziate, il riconoscimento di nomi di persona.
Si è partiti dai materiali utilizzati per l’edizione completa degli «Scritti e discorsi» di De Gasperi [2006-2009], che sono stati “alleggeriti” dell’apparato critico (consultabile nelle opere a stampa) e convertiti nel formato XML attraverso Jpedal, PDF, Java Library. A seguito di un’accurata azione di pulitura del materiale convertito, i dati verranno elaborati da Tint, una suite open-source per il trattamento automatico del linguaggio sviluppata presso la Fondazione Bruno Kessler che supporta varie funzioni, tra cui l’analisi morfologica delle parole, la segmentazione di parole e frasi nel testo, la lemmatizzazione e assegnazione di categorie lessicali, l’estrazione di concetti chiave, il riconoscimento e l’etichettatura di entità nominate, la segmentazione del testo in costituenti sintattici, la georeferenziazione dei toponimi e la coreferenza dei nomi propri.
Il database dei documenti degasperiani è accessibile attraverso un sistema articolato di interrogazioni, ognuna delle quali può essere riferita a specifiche finestre temporali (comprese tra 1901 e 1954, gli anni in cui si sviluppa la parabola politica di De Gasperi) scelte liberamente dall’utente. Un sistema di taggatura consente ulteriori raffinamenti della ricerca: ogni documento è taggato in base alla tipologia di fonte (stampa quotidiana e periodica, saggistica, discorso pubblico, atto istituzionale, etc.) e al ruolo pubblico svolto in quel periodo da De Gasperi; ciò consente di svolgere ricerche di volta in volta tarate su singoli aspetti della produzione pubblicistica e dell’attività politica degasperiane.
L’analisi che si può condurre con ALCIDE è per certi aspetti un’analisi guidata: gli strumenti messi a disposizione per la ricerca e i tratti discorsivi che questi strumenti possono analizzare sono frutto di una scelta dei ricercatori che hanno allestito il programma. Ma ALCIDE è anche abbastanza flessibile per permettere ricerche indipendenti e offre quindi la possibilità di una fruizione autonoma e non lineare dei testi. In questo senso, è un modello di approccio alla ricerca che promuove alcuni principi delle Digital Humanities: da un lato, mantiene una ineliminabile trasmissione della conoscenza top-down, nel lavoro dei ricercatori che selezionano e organizzano gli strumenti e i dati, e che è necessario per garantire la scientificità del progetto; dall’altro, favorisce anche una generazione di conoscenza individuale da parte dei singoli utenti, che possono muoversi liberamente nel loro percorso di ricerca.
La visualizzazione dei risultati avviene per mezzo di un’interfaccia grafica che consente una lettura agevole dei risultati. Da ogni tipo di interrogazione si può risalire ai relativi documenti degasperiani, che sono consultabili nella loro interezza.
Di seguito le principali funzionalità della piattaforma:
1. Distribuzione temporale dei documenti
Un grafico consente di visualizzare la curva dell’intera produzione degasperiana compresa tra il 1901 e il 1954. È possibile risalire direttamente ai documenti relativi ai singoli anni o alla finestra temporale selezionata dall’utente.
2. Distribuzione geografica
Sono individuate le referenze geografiche dei documenti, che comprendono il luogo di pubblicazione/esecuzione orale dello scritto/discorso e le differenti entità geografiche menzionate nei documenti. La visualizzazione si basa su Google GeoChart library.
3. Ricerca testuale
La piattaforma fornisce due opzioni di ricerca testuale. La prima è una tipica ricerca full text e consente di individuare nell’intero corpus documentale una o più specifiche stringhe di testo. La seconda funzione riguarda una ricerca per lemmi, che riconduce tutte le declinazioni in forma di verbo, aggettivo, sostantivo alla forma base (se ad esempio si ricerca il verbo discutere, il software recupera i documenti che contengono le forme discuto, discutono, discusso, etc.).
In entrambi i casi è possibile effettuare la ricerca selezionando un arco cronologico specifico o usando i tag per limitare l’interrogazione a precise tipologie documentali. Questo tipo di analisi, ad esempio, permette di datare subito una forma o un lemma e di valutarli nel loro contesto.
4. Estrazione di parole-chiave
Attraverso un’annotazione linguistica di base combinata con analisi statistiche, il software consente l’estrazione di parole chiave. Il sistema, inizialmente sviluppato per analizzare notizie [Pianta 2010], è stato adattato al dominio della ricerca storica in modo da valorizzare i termini che esprimono valori, principi, idee, concetti. La nuvola concettuale che viene visualizzata permette così di rappresentare l’insieme delle idee e dei termini che caratterizzano uno o più documenti.
5. Riconoscimento di nomi propri
Si tratta di uno strumento di estrazione automatica di nomi di persone. Anche in questo caso si è reso necessario un adattamento del software (EntityPro) al dominio storiografico. Questa funzionalità consente di evidenziare i nomi di persona più frequenti del corpus degasperiano (o in singoli documenti) e di risalire a tutti i documenti in cui sono contenuti richiami a singoli personaggi.
6. Analisi dei network
È possibile risalire dai singoli personaggi citati all’insieme di persone richiamate da De Gasperi nel medesimo contesto discorsivo. Sono visualizzate così le reti delle persone intorno a cui si costruisce il discorso degasperiano.
7. Co-occorrenze
Una funzione specifica consente di ricercare e visualizzare le co-occorrenze relative a un singolo termine. Rappresenta uno strumento di interrogazione più ricco della tradizionale funzione di ricerca testuale, perché visualizza le espressioni più ricorrenti e il contesto discorsivo in cui si inseriscono determinati concetti utilizzati da De Gasperi (si scopre, ad esempio, che nel corso del ventennio fascista il termine “libertà” è impiegato anzitutto nell’accezione di libertà religiosa e di libertà sindacale; meno frequente, per comprensibili ragioni, l’uso del termine nell’accezione di libertà politica).
Sono attualmente in via di definizione altre funzionalità. Una è relativa all’aggregazione in categorie generali (politica, religione, economia, storia, diritto, etc.) dei concetti utilizzati da De Gasperi. I modelli di visualizzazione dei risultati di questo tipo di ricerca sono ancora in fase di studio, ma l’obiettivo è quello di avere uno strumento di rappresentazione grafica dei temi affrontati da De Gasperi nella propria attività politica e pubblicistica organizzati per macro-categorie.
Altre funzionalità in fase di implementazione riguardano più strettamente lo studio della dimensione retorica e linguistica della produzione degasperiana. Ecco le loro caratteristiche:
8. Proiezioni temporali interne al discorso degasperiano
È uno strumento pensato per analizzare e visualizzare i diversi piani temporali che intervengono nel discorso degasperiano, in modo da osservare dal vivo la dinamica tra i riferimenti al passato, al presente e al futuro. L’ipotesi è che l’uso diverso dei riferimenti alla dimensione temporale sia indicativo di un diverso atteggiamento discorsivo: il collegamento con il passato, i legami con il presente, l’apertura al domani sono strategie retoriche e argomentative che entrano nella costruzione dell’identità, nella riflessione sul presente, nella costruzione del futuro. Alla base di questo strumento c’è il riconoscimento automatico di alcuni indicatori e di alcune marche temporali che collocano il documento in una linea del tempo rispetto al momento dell’enunciazione, con riferimenti assoluti e deittici (tempi verbali; avverbi, aggettivi e locuzioni temporali; fenomeni storici databili).
9. Complessità testuale
Un altro strumento di analisi linguistica permetterà di definire quali testi e quali porzioni di testo sono più o meno complessi, in modo da valutare eventuali continuità e differenze nelle strategie retoriche, anche in base al contesto di enunciazione e di scrittura, ad esempio tra comizi, testi giornalistici, discorsi in sedi istituzionali ecc., o tra diverse parti di uno stesso discorso. Per questo tipo di indagine abbiamo individuato alcuni degli strumenti attualmente disponibili per l’analisi della complessità, scegliendoli tra quelli che garantiscono più sicurezza e meno margine di errore, anche in ragione del carattere particolare del corpus degasperiano per cui non è disponibile un corpus di riferimento su cui valutare il grado di aderenza dei testi a un vocabolario di base dell’italiano della prima metà del Novecento; in particolare, per lo strumento di analisi della complessità testuale useremo indicatori sintattici e lessicali − tra cui frequenza lessicale, lunghezza dei periodi, incidenza dei sostantivi [Tonelli et al. 2012].
10. Forme di costruzione della famiglia del “noi”
Una delle strategie basilari di ogni forma di comunicazione politica è la definizione di un gruppo di riferimento, in cui il destinatario possa identificarsi e di cui il mittente si fa portavoce, in opposizione a un gruppo alternativo presentato come altro da sé [Catellani 2009, 77-79]. È questo uno dei versanti del discorso in cui si vede come il testo, creando un’identità, una comunità tra politico e destinatari, agisca concretamente nella realtà. Con questo strumento si cercherà proprio di individuare i punti del testo in cui emerge con più evidenza lo sforzo di costruzione dell’in-group e dell’out-group: a tal fine verranno registrati indicatori testuali privilegiati come l’uso di pronomi e aggettivi personali e la ibuzione delle persone verbali.
La conclusione del progetto è prevista per fine 2017. Attualmente il gruppo di ricerca è al lavoro per la costruzione di una piattaforma open access in cui riversare l’intero corpus documentale degasperiano, che sarà interrogabile attraverso gli strumenti di cui sopra. Non tutte le funzionalità attualmente in fase di test saranno rese disponibili nella versione libera di ALCIDE; l’obiettivo è di permettere all’utente un’esperienza di ricerca intuitiva ed efficace, per questo è allo studio la costruzione di una piattaforma caratterizzata da un’elevata usabilità, che non comprenderà probabilmente tutti i tools presenti nello spazio di lavoro attuale, a cui può attualmente accedere solo il personale di ricerca al lavoro sul progetto.
Data l’ampia gamma di strumenti di analisi a disposizione e la ricchezza dei materiali presenti nel corpus, l’obiettivo è di predisporre differenti livelli di ricerca: uno di carattere più generale riservato a un’utenza generalista che si avvicina all’esperienza politica degasperiana, uno più strutturato riservato a un’utenza più attrezzata dal punto di vista tecnico e scientifico. Il progetto nasce infatti con un doppio scopo: da un lato rendere disponibile nel modo più ampio e completo possibile gli scritti e i discorsi politici dello statista trentino, dall’altro fornire degli strumenti di analisi originali per permettere agli studiosi di battere sentieri di ricerca non scontati sfruttando le potenzialità messe a disposizione dall’informatica umanistica.
Primi risultati
In questa fase del lavoro non è facile prevedere i risultati conclusivi del progetto ALCIDE. Qualche considerazione è comunque possibile fin d’ora, e riguarda la sostanziale conferma dei canoni interpretativi che nell’ultima stagione di studio hanno riletto la biografia politica degasperiana mettendone in evidenza la complessità, la ricchezza, le linee di continuità che ne hanno caratterizzato lo sviluppo pur nelle profonde discontinuità che la sua storia politica e personale ha conosciuto.
Nel corso dei decenni si è andata affermando l’immagine di un De Gasperi pragmatico, antiretorico e diffidente verso le scorciatoie delle ideologie. Chi ha seguito da vicino la sua azione politica ne ha di frequente sottolineato il rigore personale, il concetto quasi religioso della vita pubblica, il senso di responsabilità e di misura, e anche l’avversione per ogni forma di esibizionismo retorico. L’insistenza sul carattere realista della sua pratica politica, sul rigore morale e sul deciso ancoraggio spirituale dei suoi convincimenti ha messo in ombra altri aspetti della complessa e stratificata personalità degasperiana. A essere spesso sottovalutati sono stati gli elementi più squisitamente ideali del suo progetto politico, quelli legati alle modalità di comunicazione politica e alla costruzione del consenso per mezzo di efficaci (ancorché antiretoriche) narrazioni, per tacere del non trascurabile coté intellettuale (eccessivamente sottovalutato) e di quello spirituale (non meno pregnante) che hanno accompagnato e spesso guidato il suo (a dire il vero un po’ stereotipato) pragmatismo.
L’assunto da cui la ricerca muove rappresenta al tempo stesso il suo principale approdo: nel caso di De Gasperi non si può distinguere con troppa nettezza tra attività politica, agitazione culturale ed esercizio intellettuale. Sottolineando la scarsa considerazione che il profilo intellettuale ha avuto nel processo di canonizzazione storiografica che fin dai tardi anni Quaranta ha preso forma, non si vuol certo sostenere che la biografia degasperiana vada riscritta considerando il politico trentino un uomo di dottrina, cosa che non fu mai compiutamente nemmeno negli anni del fascismo, quelli che lo videro costretto a vivere del proprio lavoro intellettuale. Pur non essendo un autentico pensatore politico, De Gasperi fu in ogni caso un politico avvezzo al pensiero e al commento, come dimostra la copiosissima attività pubblicistica prodotta tra i primi anni del Novecento e l’inizio degli anni Cinquanta, la quale va considerata a tutti gli effetti parte integrante del suo progetto politico. E fu anche un politico sensibile alla retorica e all’uso delle parole: se si guarda alla sua esperienza giornalistica e alla sua formazione internazionale, appare più attento alla dimensione comunicativa rispetto all’immagine vulgata che abbiamo dello statista maturo e linguisticamente molto misurato.
Da questo punto di vista, molte delle suggestioni fornite dagli storici che si sono interrogati sull’intreccio tra linguaggio e azione politica possono trovare un interessante campo di applicazione. Uno studio attento e misurato di De Gasperi attraverso l’analisi del carattere performativo della sua pratica politica consentirà di evidenziare alcuni elementi che l’indagine storica tradizionale può cogliere solo in forma impressionistica. La possibilità di isolare i nuclei concettuali intorno a cui sviluppa la propria proposta politica, di verificarne l’evoluzione nel tempo, di ricostruire se e come essi variano e si rimodellano in funzione dei pubblici e dei contesti di riferimento, e ancora di riconoscere strutture retoriche e forme di organizzazione del pensiero attraverso cui De Gasperi cerca di costruire il consenso, sono tutti elementi che potranno consentire uno studio analitico di alcuni aspetti della biografia politica degasperiana che attendono ancora di essere ripercorsi.
In questo senso, e in termini generali, sono due le funzioni rilevanti che la piattaforma può svolgere per lo storico: anzitutto quella di fornire possibili suggestioni rispetto a nodi argomentativi, tematici o concettuali non immediatamente percepibili ad un’analisi generale del corpus documentario di riferimento; in secondo luogo, quella di fondare con rilievi di ordine analitico e quantitativo alcuni processi interpretativi svolti comunemente dalla ricerca storica.
Non ci si aspetta la definizione di un paradigma interpretativo in tutto e per tutto nuovo. Dopo alcuni decenni di altalenanti fortune, gli studi degli ultimi dieci anni hanno permesso una ricostruzione più misurata e articolata della figura di De Gasperi [Craveri 2006; Pombeni 2007; Canavero et al. 2009]. La possibilità di attraversare e interrogare la sua ricca produzione pubblicistica e oratoria consente in ogni caso di uscire definitivamente dal modello controversistico che fino ai primi anni Duemila ha caratterizzato molta parte della storiografia degasperiana.
Bibliografia
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