Con la pubblicazione de Il viaggio dantesco Raffaella Cavalieri analizza l’esperienza di viaggio di alcuni scrittori europei che, tra la prima metà dell’800 e i primi anni del ’900,
utilizzarono la Divina Commedia e la vita errante di Dante come punto di partenza per creare itinerari alternativi alla classiche rotte del Grand Tour italiano. Il testo offre un approccio
inedito alle dinamiche e alle motivazioni del viaggio letterario in Italia di quegli anni e si va a collocare in un settore dell’odeporica ancora oggi poco conosciuto e studiato: quello del viaggio
in Italia sulle orme di Dante.
Attraverso un intelligente e ben strutturato confronto letterario tra alcuni passi della Divina Commedia e le descrizioni di viaggio di Jean-Jacques Ampère, Alfred Bassermann ed Ella
Noyes, Cavalieri ricostruisce con precisione i percorsi che Dante ispirò nei viaggiatori grazie anche ad una selezione di passaggi altamente evocativi che contengono descrizioni di paesaggi, città,
monumenti, opere d’arte ma anche rievocazioni di momenti storici e ritratti di personaggi resi celebri dai versi del Poeta. L’inserimento di una ricca iconografia sul viaggio dantesco alla fine del
volume, arricchisce l’opera rendendo le descrizioni dei luoghi vive e concrete agli occhi di studiosi e lettori appassionati del genere.
Le ricerche condotte da Raffaella Cavalieri partono da due considerazioni di fondo che ricostruiscono il contesto storico e filosofico in cui ha avuto origine il viaggio dantesco. La
standardizzazione degli itinerari e la relativa omologazione delle relazioni di viaggio, avevano portato ad un’inversione di tendenza nei gusti dei viaggiatori più sensibili che, stanchi di seguire
le solite rotte del turismo moderno, pensarono di creare nuovi percorsi e di «riscoprire e rivalutare vecchi itinerari, meno transitati e meno noti, ma sicuramente più affascinanti». Tra gli
intellettuali europei dei primi anni dell’800, nasce quindi una «diversa sensibilità» che li spinge a viaggiare. Accanto a questo nuovo gusto del viaggiare, l’autrice affianca il crescente
interesse nella storia, nella cultura e nella politica italiana avvertito dagli intellettuali di tutto il mondo che intravidero nella vita e nelle opere di Dante degli spunti interessanti
attraverso cui conoscere e studiare meglio la nostra penisola.
Ripercorrendo con precisione e chiarezza la storia, l’evoluzione e le tendenze di questo filone della letteratura di viaggio e analizzandone criticamente i testi cardine tramite raffronti diretti
con l’opera di Dante, Cavalieri pone l’accento sul fatto che le esperienze prese in considerazione, non trattano tanto di viaggi di esplorazione nello spazio, alla ricerca di luoghi sconosciuti
come era avvenuto nei secoli precedenti, quanto di viaggi nel tempo, alla riscoperta della storia, dell’arte, di città, monumenti, scorci e panorami italiani già descritti da altri viaggiatori ma
rivisti attraverso gli occhi e la sensibilità dei dantomani di fine ‘800 e primi del ’900.
Nel suo studio, Raffaella Cavalieri si interroga soprattutto sull’influenza esercitata dagli studi della Divina Commedia sugli intellettuali del periodo preso in esame per dimostrare come il
viaggio dantesco fosse animato da uno spirito letterario ed artistico improntato sulla necessità di verificare di persona ciò che aveva ispirato le descrizioni di Dante. Parafrasando Bassermann,
afferma che se gli studiosi vogliono conoscere davvero a fondo un poeta, devono visitare i luoghi in cui ha vissuto e ha lavorato. È questa la novità, la vera essenza che anima i viaggi di Ampère,
dello stesso Bassermann e di Ella Noyes: la volontà di vedere con i propri occhi panorami, monumenti, città, paesaggi descritti dal Poeta e di volerli interpretare in maniera empatica, fondendosi
con la Natura e rievocando le storie, i racconti e le leggende del medioevo italiano.
Il volume, che riveste un ruolo significativo nel panorama degli studi sul viaggio dantesco pubblicati in Italia, rappresenta un valido strumento di ricostruzione storica e di interpretazione
letteraria del viaggio sulle orme di Dante contando sia su una buona ed aggiornata bibliografia che su una preziosa raccolta di cartine, disegni, tavole, incisioni che rifiniscono e concludono
l’opera. L’approccio odeporico offre inoltre un ottimo spunto per iniziare studi simili anche sulle opere di altri grandi autori italiani.
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