Attraverso un volume dal titolo provocatorio, When We Ruled (Quando eravamo noi a governare), Robin Walker propone una lettura della storia antica e medievale dell’Africa dal
punto di vista dei Black Studies. Lo scopo del volume è quello di dimostrare che «la storia dell’Africa va ben oltre la tratta atlantica, le attività missionarie ed il colonialismo
europeo» e quindi contrastare la credenza diffusa di un’Africa priva di storicità (p. 13). La storia dell’Africa, secondo l’autore, è innanzitutto la storia degli sviluppi tecnologici e culturali
che le società africane hanno raggiunto prima dell’inizio delle attività europee sul continente. A sostegno della sua tesi, l’autore fa una sintesi della letteratura pubblicata sulle società
precoloniali africane, ponendo particolare attenzione alle scoperte archeologiche che dimostrano il notevole sviluppo urbanistico raggiunto da alcune società africane in epoca antica e medievale;
con l’ausilio di diverse immagini e fotografie, vengono descritti le città ed i monumenti costruiti in Africa prima dell’arrivo degli europei. Si tratta di un’analisi estesa a tutto il continente,
che, esulando dalla comune separazione tra Africa subsahariana ed Africa settentrionale, propone un’ampia prospettiva geografica, grazie alla quale, ad esempio, la civiltà egiziana viene vista non
solo come parte della cultura mediterranea, ma anche e soprattutto come una civiltà prettamente africana, parte integrante della storia del continente.
Anche la preistoria diviene essenziale nell’analisi degli sviluppi precoloniali delle società africane: a partire dalle più importanti scoperte archeologiche, come quella di Lucy in Etiopia nel
1974, l’autore sottolinea come siano molte le dimostrazioni che l’Africa è stata la «culla dell’umanità», teatro di una lunga e variegata storia di insediamento umano (p. 41).
Di particolare interesse all’interno del volume è il secondo capitolo, che illustra le fonti europee ed arabe risalenti al periodo precedente la conquista coloniale e che testimoniano di antiche
civiltà africane. Grazie alla presenza di queste fonti, al momento dell’occupazione coloniale la conoscenza del continente africano era, secondo l’autore, abbastanza diffusa in Europa. Perché,
quindi, si chiede Walker, queste fonti non si sono trasformate in una vera e proprio conoscenza dell’Africa? Perché a partire dagli ultimi decenni del XIX secolo, ovvero da quando gli europei
cominciarono a considerarsi ed a proporsi come fautori della civiltà e propugnatori della civilizzazione, questi documenti cominciarono ad essere accantonati al fine di proporre la visione di
un’Africa senza storia, quindi oggetto giustificato della conquista coloniale e della missione civilizzatrice ad essa connessa. Il periodo coloniale, durante il quale gli europei si appropriano e
controllano anche il sistema di diffusione delle informazioni, diviene quindi, per l’autore, anche il momento di rottura nella formazione della conoscenza che le società europee hanno
dell’Africa.
Sebbene il ruolo degli africani nel determinare la loro storia e l’importanza della storia precoloniale siano soggetti ampiamente trattati dalla letteratura africanista già a partire dagli anni
Sessanta del secolo scorso, questo non ha significato una maggiore diffusione della conoscenza della storia dell’Africa a livello dell’istruzione di base e dei mass media. È proprio per colmare
questo vuoto che Walker ha pensato il suo lavoro: grazie all’elevato numero di immagini e fotografie ed al linguaggio semplificato, il volume vuole fornire una sintesi ed uno sguardo generale sulla
storia delle civiltà africane prima dell’inizio delle attività europee, facilmente fruibile anche dal grande pubblico.
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