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Mirella Spadafora, "Felicem peragrat Italiam. Viaggi di istruzione in Italia di Veit Künigl giovane barone del Tirolo del Sud (1607-1609; 1609-1611). Libro delle spese di viaggio"

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Mirella Spadafora, "Felicem peragrat Italiam. Viaggi di istruzione in Italia di Veit Künigl giovane barone del Tirolo del Sud (1607-1609; 1609-1611). Libro delle spese di viaggio", Bologna: Clueb, 2012, 180 pp.

«Mobiliora, Nobiliora», Più mobile, più nobile, così recita un motto risalente alla prima età moderna [Sigmund von Birken, Hoch Fürstlichen Brandeburgischer Ulysses..., Bayreuth 1669], e che riassume in due semplici termini, lo scopo e lo spirito del viaggio che Mirella Spadafora presenta in questo volume.

Si tratta della descrizione di un viaggio in Italia compiuto, in due riprese, dal giovane Veit Künigl nei primi anni del Seicento. Veit, barone della nobiltà del Tirolo del Sud, era destinato per nascita ad una carriera diplomatica al servizio degli arciduchi del Tirolo. Il suo è un viaggio di studio e formazione compiuto in due momenti diversi, tra il dicembre 1607 ed il maggio 1609 il primo, e tra l’ottobre del 1609 ed il maggio del 1611 il secondo. 

Sin dalla seconda metà del XVI secolo si sviluppa in Europa una pratica di viaggio ben precisa: il viaggio d’istruzione, che si protrarrà poi ancora fino a metà XVIII secolo. Il principio cardine di questo viaggio era quello di mandare i giovani rampolli delle famiglie nobili in viaggio attraverso le principali sedi culturali europee, al fine di completare la propria istruzione. I ragazzi erano accompagnati da precettori, selezionati dai genitori e ai quali, gli stessi consegnavano le proprie “istruzioni”, ovvero tutte le indicazioni da seguire per disciplinare il viaggio dei figli, le raccomandazioni di farli crescere sempre con ben vivo in loro il “timor di Dio” ed allontanarli dalle cattive compagnie. Nel corso del Seicento, tuttavia, iniziò una sorta di “modernizzazione” della peregrinatio academica: si parlava di Kavalierstour, la versione aristocratica del viaggio di istruzione: i giovani dovevano diventare dei perfetti Kavaliere, acquisendo quindi il sapere accademico, visitando le università ed i collegi più rinomati d’Europa e, in questo caso d’Italia, ma anche visitando corti principesche, luoghi di culto, monumenti e partecipando a celebrazioni e manifestazioni che potevano farli meglio entrare nella cultura del paese che attraversavano. L’acquisizione della conoscenza della lingua di quel paese era fondamentale, così come l’equitazione, la scherma, la danza, l’educazione musicale.  Spesso all’istruzione presso le università, si affiancava la frequentazione di collegi nobiliari, accademie cavalleresche e istruzione privata con professori del luogo.

Le fonti utilizzate da Mirella Spadafora sono diverse e rendono il lavoro di ricostruzione del Kavalierstour del Barone Veit Künigl molto interessante e completo. Il titolo del libro stesso ci indica che la fonte principale è il cosiddetto Raittbuch, o libro delle spese. Nel caso specifico del giovane Künigl, si tratta di una serie di fogli sciolti e manoscritti che il precettore si impegnava ad inviare al padre di Veit. Il minuzioso elenco delle spese è interpretato ed arricchito poi dall’autrice di questo studio con l’ausilio di altre fonti.  In quell’epoca erano molto in uso gli album amicorum, libricini in cui gli studenti in viaggio raccoglievano informazioni relative a personaggi degni di nota incontrati, amici, compagni di studio e professori, in modo da conservarne la memoria e stringere amicizie. Oltre a ciò, le già citate Instruktionen dettate dai padri ai precettori; le matricole registrate nelle università o negli annales dei collegi o istituzioni studentesche; le lettere o i diari tenuti dagli studenti in viaggio.

L’iter scolastico di Veit, iniziato nel 1604 a Innsbruck, prosegue in Italia, a Bologna, presso il Collegio dei Padri Gesuiti. Dalla corrispondenza tra il precettore Kröll ed il barone Hanns Caspar Künigl, abbiamo informazioni relative al corso di studi che egli frequenta, e, dai libri acquisiti ed annotati nel libro delle spese, sappiamo che il programma formativo offerto dai padri gesuiti era basato sul latino e su studi umanistici. A Bologna rimase fino al settembre del 1610, poi il suo Kavalierstour  proseguì attraverso la caput mundi Roma, e poi Napoli, il posto più a Sud normalmente visitato dai viaggiatori stranieri. 

Il viaggio di istruzione del giovane Künigl termina il 2 maggio 1611 con il suo rientro al Castello di Ehrenbug.  Con la sua esperienza, rappresenta un valido e ben documentato esempio di come la nobiltà europea, a partire dal Medioevo costituisse una considerevole mobilità studentesca in viaggio attraverso Università, Collegi e Studi prestigiosi, con lo scopo di completare la formazione che un giovane di un simile ceto sociale doveva necessariamente raggiungere. Lo studio delle matricole universitarie, degli album amicorum e delle altre fonti reperibili, ci permette di ricostruire la storia della pratica del viaggio di istruzione, un importante fenomeno della nostra cultura.