Hagen Keller, “Gli Ottoni. Una dinastia imperiale fra Europa e Italia (secc. X e XI)”, Roma, Carocci editore, 2012, 147 pp.
La pubblicazione in Italia del volume di Hagen Keller sugli Ottoni, uscito originariamente in Germania nel 2001, e qui edito nella bella traduzione di Giovanni Isabella, autore anche della pregevole prefazione storiografica, costituisce un'occasione importante per il lettore italiano, in particolare per quello che non si occupa professionalmente di questi temi.
L'autore è infatti uno dei massimi esperti sull'età ottoniana, una fase che è stata oggetto negli ultimi decenni in Germania di ricerche intensive, qui sintetizzate in modo efficace. Il libro fornisce quindi l'occasione per fare il punto sulle recenti acquisizioni relative a un periodo cruciale, anche per la storia italiana, e sulle nuove interpretazioni che ne hanno ridefinito la lettura. Fu infatti sotto Ottone I che si realizzò l'unione tra la corona tedesca e quella italiana, con l'acquisizione del titolo imperiale da parte dei sovrani germanici; un evento che avrebbe condizionato in modo decisivo le vicende dei secoli successivi, su ambo i versanti delle Alpi. Se l'Italia occupa quindi sempre un posto di rilievo nelle ricerche tedesche sull'epoca ottoniana, ciò vale ancora di più per Keller, autore anche di importanti studi sull'Italia pre-comunale e comunale. Lo spazio della Penisola non è quindi percepito in queste pagine come un'appendice rispetto a quello tedesco, ma appare piuttosto come uno degli elementi centrali dell'analisi; un fatto che rende ancora più prezioso il libro per il lettore italiano.
L'impianto del testo, che si presenta come una sintesi destinata ai non specialisti, agli studenti, e più in generale a un pubblico colto, è decisamente tradizionale. Dopo il primo brevissimo capitolo introduttivo, i successivi tre (su cinque complessivi) sono infatti dedicati alla narrazione degli eventi relativi agli esponenti della dinastia ottoniana, da Enrico I a Enrico II, passando appunto per i tre Ottoni. Il secondo capitolo è quindi dedicato all'acquisizione della corona dei Franchi orientali da parte del duca di Sassonia Enrico, nel complesso e fluido contesto politico post-carolingio; ma il successo di Enrico sta nella sua capacità di costruire solide basi per trasmettere al figlio (Ottone I) il potere. All'apogeo di Ottone I, con l'acquisizione dell'Italia e della corona imperiale, e al regno di Ottone II è invece dedicato il terzo capitolo, mentre il quarto si focalizza sul tentativo di rinnovamento imperiale di Ottone III e sul successivo regno di Enrico II.
È dunque nel contenuto di questi capitoli, che vanno quindi individuati quegli specifici elementi di novità che hanno caratterizzato le intense ricerche degli ultimi decenni, che hanno sottolineato le forti peculiarità di questa fase rispetto all'età carolingia, come pure rispetto ai periodi posteriori. Si tratta infatti di un periodo in cui i funzionamenti politici appaiono in decisa trasformazione.
Un primo evidente dato è quello relativo ai rapporti familiari e personali che legano i potenti dell'epoca: relazioni che non solo innervano, ma giungono a strutturare i quadri stessi del potere. In questo contesto Keller sottolinea poi con grande forza l'importanza dell'elemento femminile nella costruzione e nella ridefinizione delle relazioni; l'attenzione si concentra infatti spesso sul ruolo delle regine che come spose, madri, tutrici di figli minori giocano un ruolo del tutto cruciale.
L'altro grande tema risulta quello della comunicazione simbolica, affidata ai cerimoniali religiosi o alle grandi assemblee politiche. Proprio l'analisi di questi aspetti ha costituito uno dei temi prediletti degli studi più recenti, e la forza di questa impostazione emerge in modo chiarissimo nelle pagine di Keller. La narrazione risulta infatti strutturata da una specifica attenzione nei confronti dei rituali pubblici (incoronazioni, funerali, assemblee, incontri fra potenti, pacificazioni). Se così alla celebre battaglia del Lechfeld, nella quale Ottone I sconfisse definitivamente gli Ungari, vengono dedicate solamente poche righe, uno spazio ben maggiore è destinato a descrivere il complesso funerale del sovrano. Questa attenzione riflette in realtà quella delle fonti coeve, in particolare quelle narrative, dove la performatività di questi rituali, effettuati a beneficio dell'intera società politica del regno, emerge in tutta la sua evidenza. Viene sottolineato come proprio questo fortissimo investimento sulla dimensione simbolica del potere, con un'attenzione alla messa in scena e alla coreografia di questi eventi, costituisca la grande novità rispetto all'epoca carolingia, dove questi aspetti, pur importanti, risultavano decisamente meno centrali.
Il quinto capitolo, l'unico di taglio schiettamente tematico, appare come il più denso a livello contenutistico, ed è dedicato all'approfondimento di alcuni dei problemi legati alla specificità dei funzionamenti politici in età ottoniana emersi nella parte precedente. Keller spazia così dalle forme di conduzione della guerra, al ruolo della Chiesa e del sacro nella definizione del potere regio, dall'itineranza del sovrano e della corte come tecnica di governo, ai funzionamenti locali del potere, per arrivare alle strutture sociali e produttive, riflettendo anche sul modo in cui le fonti a nostra disposizione incidano profondamente sul nostro modo di leggere e interpretare i dispositivi politici, sociali e religiosi di questa fase.
L'età ottoniana appare dunque come una fase decisiva per gli sviluppi socio-politici non solo tedeschi, ma anche italiani; una fase caratterizzata da funzionamenti del potere estremamente particolari, che la rendono, proprio per la sua alterità, uno straordinario campo per l'indagine storica.