All’interno di questo volume Antonio Menniti Ippolito ha raccolto le riflessioni sedimentatesi in anni di ricerca svolta principalmente presso l’Archivio Segreto Vaticano e la Biblioteca Apostolica
Vaticana. Riprendendo e aggiornando i suoi lavori compiuti sulla Curia romana (tra le monografie si ricorda Politica e carriere nel secolo XVII. I vescovi veneti tra Roma e Venezia,
Bologna, il Mulino, 1993; Il tramonto della Curia nepotista. Papi, nipoti e burocrazia curiale tra XV e XVII secolo, Roma, Viella, 1999; I papi al Quirinale. Il sovrano pontefice e la
ricerca di una residenza, Roma, Viella, 2004), l’autore ha voluto mettere in evidenza aspetti legati all’attività dei pontefici spesso trascurati dalla storiografia e di cui ha preso coscienza
soprattutto nel corso dell’attività da lui svolta in qualità di condirettore dei tre volumi dell’Enciclopedia dei papi (Roma, Treccani, 2000).
Una lunga premessa è stata utilizzata per introdurre le vicende legate alla Chiesa di Roma, la quale fu «segnata da una sostanziale continuità e, […] all’opposto, anche da frequenti momenti di
rottura» (21), e per tracciare una sorta di identikit comune a tutti i papi che si avvicendarono sul soglio di San Pietro nel corso dell’età moderna: l’età matura e le condizioni fisiche non
brillanti furono infatti due caratteristiche condivise dalla maggior parte di questi pontefici. La loro formazione (di carattere prettamente giuridico-amministrativo) e alcune considerazioni
sull’elettività del papato costituiscono invece gli argomenti del capitolo successivo, seguito da una breve trattazione prosopografica dei papi, da Martino V a Pio VII. Una sezione è stata poi
dedicata dall’autore al tema della lenta italianizzazione della Curia romana, un fenomeno verificatosi a partire dalla fine del Grande Scisma con il ritorno dei papi a Roma.
Uno studio improntato sull’organizzazione curiale non poteva trascurare la trattazione del tema del nepotismo (e più in generale quello della familia pontificia), realtà che continuò a
persistere, nonostante l’abolizione dell’istituto decretata a fine Seicento, nella figura del Segretario dei Memoriali. Anche la questione delle residenze pontificie (oscillanti tra il palazzo del
Laterano, quello sul colle del Quirinale e il Vaticano) ha funzionato da spia per identificare la volontà dei papi di rimanere, con la scelta del Quirinale, nel centro politico e amministrativo
della città capitale dello Stato della Chiesa e di tutta la cristianità. Una puntuale descrizione dell’organizzazione della giornata del papa e della dotazione economica a sua disposizione chiudono
questo volume dedicato a tematiche non comunemente trattate dagli storici che si sono occupati della Roma pontificia d’età moderna.
Biblioteca