Michael Gagarin, Paula Perlman, “The Laws of Ancient Crete, c. 650-400 BCE”, Oxford, Oxford University Press, 2016, 592 pp.
Come dichiarato dagli autori nella prefazione, la silloge nasce in risposta alla necessità di una traduzione e di un esame unitario per l’insieme dei testi giuridici cretesi in alfabeto epicorio (ca. 650-400 a.C.), il cui precedente studio di riferimento era il commento in latino delle Inscriptiones Creticae, incompleto naturalmente dei documenti rinvenuti e editi dopo il 1935-1950. Una silloge epigrafica dunque, ma allo stesso tempo molto più di una semplice raccolta di testi. La selezione di iscrizioni, infatti, è preceduta da una corposa e articolata introduzione (pp. 1-143), ripartita in dieci sezioni, senza dubbio di massima utilità per chi si voglia accostare non solo a questo argomento ma più in generale alla storia e all’epigrafia di Creta. Le considerazioni preliminari sull’eterogeneità del panorama cretese (§ 1) mettono subito in guardia da diffusi errori metodologici, rimarcando l’importanza di non estendere aprioristicamente a tutta l’isola conoscenze note solo per aree specifiche (le leggi stesse provengono da un numero molto ridotto di poleis), così come di non lasciarsi influenzare dalle testimonianze letterarie degli autori greci successivi al periodo in esame. Dopo riflessioni sul contesto storico e geografico e sulla necessità di valorizzare i dati archeologici (2), l’attenzione si sposta su alcune tematiche che interessano più nello specifico la prassi epigrafica (3), e cioè visibilità e leggibilità delle iscrizioni, dimensioni delle lettere, specializzazione dei lapicidi, peculiarità alfabetiche e dialettali, divisione fra parole e paragrafi, direzione della scrittura, criteri di datazione e diffusione dell’alfabetizzazione. Ampio spazio è dedicato quindi a un’illustrazione delle istituzioni socio-politiche delle città dell’isola (4-6), a cui seguono considerazioni su alcuni aspetti economici (7), sulle relazioni interpoleiche (8) e sulla sfera cultuale (9). L’ultima e più importante sezione si concentra infine sul diritto e sull’attività legislativa cretese (10), sottolineando come nell’isola vi siano pochi punti di contatto quanto a temi trattati dalle leggi scritte (diritto sostanziale), per di più affrontati in modo differente da città a città (divieto di iterazione delle cariche, regolamentazione dei sacrifici e del lavoro pubblico). Una unità è però rintracciabile secondo gli autori a livello procedurale (diritto processuale), in quanto le modalità di svolgimento dei processi per l’implicazione di testimoni, la prestazione di giuramenti e l’emissione dei giudizi sembrano comuni a tutta Creta (e in una certa misura ad altre aree della Grecia coeva). Notevole è la costante connotazione delle leggi cretesi come documenti scritti, mediante l’impiego ripetuto di espressioni quali ta gegrammena e simili per riferirsi ad esse. A Gortyna in particolare sono inoltre rilevabili una superiorità assoluta accordata alle leggi rispetto ai funzionari pubblici e un pragmatismo e una razionalità che interessano sia l’assetto e la formulazione scritta delle disposizioni normative che i loro contenuti, contraddistinti da un netto predominio della sostanza sul formalismo.
Il cuore del volume (pp. 147-505) si configura come una raccolta di 152 iscrizioni ripartite kata polin. Alle dieci città oggetto dello studio corrispondono dieci capitoli, disposti in ordine alfabetico: Axos (13 testi), Datala (1), Dreros (7), Eleutherna (18), Eltynia (2), Gortyna (che naturalmente fa la parte del leone, occupando più di metà trattazione con i suoi 101 documenti), Knossos (1), Lyktos (7), Phaistos (1) e Prinias (1). Per ciascuna città il catalogo delle iscrizioni (‘Texts’) è preceduto da una sintetica premessa topografica (‘Site’) che presta un’attenzione particolare all’edilizia pubblica della polis, dotata in sette casi di planimetrie dei siti, oltre che degli edifici pubblici per Axos. Quanto ai testi, è da tenere presente che sono stati esclusi dalla selezione i documenti eccessivamente frammentari, mentre vi compaiono oltre alle leggi «all texts that record authorized public actions» (p. ix), pertanto anche alcuni testi di differenti tipologie quali trattati e decreti. Ciascun insieme di testi è introdotto da considerazioni generali sulla loro provenienza e contesto, oltre che da osservazioni globali di natura paleografica, alle quali fa seguito l’edizione critica dei singoli documenti. Di ogni iscrizione sono presentati titolo, datazione, attuale collocazione, un lemma bibliografico semplificato menzionante solo le principali edizioni anteriori del testo e un lemma descrittivo. Le edizioni dei testi greci sono accompagnate da una traduzione a fianco in inglese (a seguire nei casi di testi con linee particolarmente lunghe). Per ogni testo è presente un apparato critico positivo ‘disteso’ e discorsivo, che registra soltanto le letture ed integrazioni alternative più significative e nel quale si avvicendano dettagliate osservazioni paleografiche e linguistiche, con un occhio di riguardo per la storia evolutiva del dialetto cretese e con frequenti considerazioni di natura etimologica sulle radici dei termini di difficile interpretazione. All’apparato segue infine il commento storico, in molti casi articolato a sua volta in considerazioni generali sul testo e commento lemmatico ai singoli termini maggiormente significativi. 44 iscrizioni sono inoltre accompagnate da fotografie e disegni (perlopiù i testi successivi alle IC) o, nei casi di letture controverse, dagli apografi dei pionieri dell’epigrafia cretese. Oltre alle utili traduzioni, alle datazioni mai troppo avventate, alle aggiornate collocazioni e alla ricca bibliografia, preme segnalare fra i meriti del volume, che per la chiarezza espositiva risulterà senz’altro di interesse per un ampio pubblico di lettori, la presenza di letture originali che talvolta fanno progredire significativamente la comprensione di alcuni testi, come nel caso della ricongiunzione in un unico documento di due frammenti provenienti da Axos (IC II V 5 e 6).