Storicamente. Laboratorio di storia

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Umberto Grassi, “Sodoma. Persecuzioni, affetti, pratiche sociali (secoli V-XVIII)”

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Umberto Grassi, “Sodoma. Persecuzioni, affetti, pratiche sociali (secoli V-XVIII)”, Roma, Carocci, 2019, 208 pp.

Arricchisce la collana della «Biblioteca di testi e studi» della Carocci il volume di Umberto Grassi, studioso raffinato e solido che ai temi della sodomia, della trasgressione sessuale e dei comportamenti devianti in epoca moderna ha già dedicato diversi studi. Per Mimesis nel 2014 usciva L’Offizio sopra l’Onestà. Il controllo della sodomia nella Lucca del Cinquecento; per Viella nel 2015, insieme a Giuseppe Marcocci, il lavoro miscellaneo Le trasgressioni della carne. Il desiderio omosessuale nel mondo islamico e cristiano, secc. XII-XX e nel 2017 per ETS nella collana «àltera. Politiche e teorie della sessualità» il volume curato insieme a Gian Paolo Romagnani e Vincenzo Lagioia Tribadi, sodomiti, invertite e invertiti, pederasti, femminelle, ermafroditi… per una storia dell’omosessualità, della bisessualità e delle trasgressioni di genere in Italia.

Una riflessione che ormai si aggrappa a filoni aperti da studiosi americani ed europei che la ricca bibliografia, riportata fedelmente, e la puntuale osservazione critica sviluppa nei diversi capitoli del libro. Lo studio è particolarmente arricchito dall’incontro con i percorsi storiografici della storia delle emozioni e ben armonizzato con la cornice classica di approccio ai temi della criminalità, del reato/peccato che in Italia hanno visto una fioritura particolare attraverso Alfieri, Casanova, Cattaneo, Lavenia, Mancini, Niccoli, Prosperi, Romeo per citare solo alcuni dei nomi che al fatto processuale e alla riflessione teologica hanno dedicato studi importanti.

Sono le esperienze di vita, del quotidiano, del sommerso che Grassi riporta alla luce attraverso un’elegante scrittura e una costante contestualizzazione della fonte. Non semplice è il posizionamento della tesi storiografica che, costituendone un punto fondamentale, l’autore presenta ai lettori con accorte precauzioni, distanziandosi rispetto a possibili scivolose cadute ideologiche. I comportamenti dei singoli, le loro sessualità non procreative, le condanne rispetto agli istinti e alle intime tensioni considerate appunto trasgressive, la volontà di controllo da parte di istituzioni religiose e civili che suggellavano alleanze e decretavano diffuse infelicità, tutto questo è ben presentato e armoniosamente sviluppato negli agili paragrafi del volume.

In un tempo, lungo secoli, in cui il soggetto doveva avvicinarsi al modello di città, di virtù, di cristianità, di affetti, la ribellione costituiva l’unica arma affinché l'individualità potesse emergere. Il rango, il ruolo, lo status costituivano variabili fondamentali per il vissuto di spazi di libere soggettività. La tolleranza verso il peccatore, l’odio verso il peccato, la pena esemplare e curativa verso il criminale erano i dispositivi praticati e rivelavano i volti del potere e il suo controllo.

Grassi ci parla di negoziazioni, di compromessi, di identità sociali e di possibili coscienze omosessuali di singoli e di gruppi. Se conosciuti sono gli infiniti dibattiti post-foucaultiani sulle definizioni e le categorie dei soggetti sessuati (richiamo Marco Pustianaz http://www.studiculturali.it/dizionario/lemmi/studi_queer.html) e sulla “inutile” domanda su quando sia nato il concetto di omosessuale così come oggi è inteso (sempre poi che possa esserci una convergenza piena sull’attuale), in questo studio l’autore ci accompagna oltre. Da Platone ad Agostino, da Paolo di Tarso a Tommaso d’Aquino, da Giustiniano a Pier Damiani; alle narrazioni delle teorie più differenti sul vizio/peccato di Sodoma, alle testimonianze di vita che verbalizzate dai notai e accolte dai giudici ecclesiastici e civili, ci rivelano i volti e le parole dei criminali.

Comunità di affetti, sodalizi spirituali, amicizie pericolose: dagli elogi e dalle pratiche monastiche alle indicazioni disciplinanti delle regole scritte per i religiosi. Il comportamento vizioso e criminale si performa attraverso il factum hereticale. La sodomia è degli infedeli che oltre ad essere tali sono atti a comportamenti contro natura. Del resto, gli stessi infedeli, lontani dalla rivelazione non possono che essere onnubilati nella mente e pervertiti nei costumi.

Se le magistrature cittadine, tra il XIV e XV secolo, sembrano gareggiare in severità nel perseguire la sodomia e nel condannare in maniera esemplare i recidivi sodomiti, Grassi considera i contesti sociali come funzionali alla tolleranza di una “omosessualità situazionale”.

Veramente tanti i temi sui quali la storiografia recente si è confrontata e che l’autore presenta attraverso una sintesi assolutamente non facile: mascolinità, identità, disciplina, norma, binarismo, struttura, omoerotismo, desiderio, etc..

Allo studioso di mascolinità e di sessualità, pur nella comprensione del contesto nella sua dimensione sociale e politica, alcune costanti appaiono particolarmente significative: ruoli sessuali, preferenze e desideri, attribuzioni nominali e identitarie (definirsi e definire al femminile), pratiche recidive e modalità “illecite ma note al fatto amoroso”, simil matrimoni, etc… La storia si dice che insegni la vita e pare che oggi come ieri in diversi contesti sociali tali pratiche siano considerate criminali e peccaminose. Grassi ci ricorda, con metodo e rigore scientifico, attraverso una cronologia ampia che arriva al XVIII secolo, che ciò che è stato un tempo, in molte parti, lo è ancora e che ribellarsi alla volontà sistematica di controllo è un fatto di coscienza e di storia.