Contesto
Gli sviluppi all'interno di gruppi politici come Potere Operaio, Lotta Continua, il Collettivo Politico Metropolitano e altri, fino alla formazione delle Brigate Rosse nell'autunno-inverno 1970/71, ruotavano attorno a questioni di organizzazione della mobilitazione operaia e della lotta di classe in senso rivoluzionario, tanto che al momento della loro costituzione, le Brigate Rosse ascrivevano a sé una fondamentale funzione di avanguardia per la lotta di classe. Esse daranno poi prova esemplare di tale connotazione, potremmo dire "ortodossa" di classe nei primi anni delle loro attività, allorché le prime azioni offensive saranno principalmente rivolte contro "i padroni" all'interno delle fabbriche
Certo, non furono da meno attentati incendiari alle automobili di figure di spicco dell'ambiente neofascista o, ancora, irruzioni nelle sedi del Movimento Sociale, ma in questi casi si trattava di quella che le stese BR definivano la "propaganda delle armi", un tipo di azioni cioè volte a rendere manifesta la collocazione politica del gruppo agli occhi della classe operaia. L'antifascismo militante espresso dalle BR nella loro fase iniziale era insomma più finalizzato alla precisazione delle proprie coordinate politiche all'interno della dinamica competitiva operante tra i vari settori della sinistra extraparlamentare che non alla definizione di una vera e propria strategia di lotta. Questo aspetto è particolarmente evidenziato da D. della Porta, Unwanted Children: Political Violence and the Cycle of Protest in Italy, 1966-1973 , «European Journal of Political Research», 14 (1986), 607-632.