Massimo L. Salvadori
Agli occhi di M. L. Salvadori la conseguenza più grave di tale dinamica risiederebbe nel fatto che:
«una volta che una delle parti ha assunto nelle proprie mani il controllo dello Stato, le classi dirigenti (...) non sono mai riuscite a ottenere il "riconoscimento" del "proprio" Stato da parte delle forze maggioritarie di opposizione, per cui il rapporto fra le une e le altre ha assunto un carattere di reciproca "negazione": i governanti non hanno riconosciuto la legittimità delle opposizioni-antisistema e quest'ultime a loro volta non hanno mai riconosciuto lo Stato, considerato "proprietà" della classe dirigente. In conseguenza, fino a tempi recenti, in Italia non si è mai attivato un meccanismo che collocasse forze di governo e forze di opposizione entro le istituzioni dello Stato accolte da entrambe le parti come un valore positivo e un bene comune. Per contro si è imposto un meccanismo per cui le forze di governo si sono caratterizzate come forze dello Stato e quelle dell'opposizione come forze dell'anti-Stato. Un tale rapporto di contrapposizione frontale si è necessariamente alimentato di conflitti ideologici tesi costantemente da parte delle opposizioni a indicare lo Stato come non legittimo e da parte dei governanti a indicare le opposizioni come "nemiche dello Stato".»
M. L. Salvadori, Storia d'Italia e crisi di regime. Saggio sulla politica italiana 1861-2000 , Bologna, Il Mulino, 2001 3 , 33.