Compromesso storico
Strategia politica sostenuta dal Pci di Enrico Berlinguer ed enunciata nel settembre 1973 dalle pagine di "Rinascita". Sviluppata sulle suggestioni evocate dal golpe cileno di quel periodo, la strategia del compromesso storico muoveva dalla presa d'atto che in Italia il Pci non sarebbe mai potuto diventare partito di governo senza innescare dinamiche golpiste e che dunque l'unica possibile forma di esercizio del potere (e dunque di influenza) non poteva che espletarsi attraverso la via di una grande intesa con il partito di governo (Dc).
Se gli orientamenti strategici del partito comunista erano già riconoscibili sin dalla fine degli anni Sessanta - tant'è che la grande avversione della sinistra rivoluzionaria per il riformismo radicava nei segnali già lasciati trapelare dal Pci nel corso dell'autunno caldo - l'aperta disponibilità al compromesso dichiarata nel 1973 dalla principale forza dell'opposizione (nonché maggiore partito comunista in Europa) fu interpretata all'interno della sinistra extraparlamentare come l'ultima e definitiva resa, come se con ciò venissero a chiudersi anche gli ultimi residui margini di azione politica ancora esistenti. Di qui allora le durissime accuse di tradimento al Pci, che con la scelta a favore del "compromesso storico" si riteneva avesse irrimediabilmente abdicato ai suoi doveri di forza di opposizione a favore di una condizione di totale asservimento nei confronti dei poteri dominanti.