Storicamente. Laboratorio di storia
declino militare della Germania nazista

Quando fu iniziata la pubblicazione della Deutsche Adria Zeitung , la situazione militare del Reich non poteva ancora dirsi irreparabilmente compromessa ma era senz'altro già grave: l'Asse aveva perduto l'Africa, gli angloamericani erano sbarcati in Italia e l'esercito di Stalin aveva preso il comando delle operazioni sul fronte orientale. Al termine dell'estate del 1944, trascorsi pochi mesi dall'uscita del primo numero del giornale, il quadro bellico aveva ormai assunto per i tedeschi e i loro alleati europei tinte decisamente drammatiche. In Francia le divisioni Alleate avanzavano con regolarità, l'Armata Rossa aveva scatenato ad est una nuova possente offensiva, in Italia gli angloamericani incontravano una resistenza sempre più debole, le città tedesche pagavano pesanti tributi alla schiacciante superiorità delle aviazioni Alleate. La fortezza Europa era sotto assedio e per i nazisti la vittoria finale era divenuta ormai un'illusione che trovava nutrimento solo nel fanatismo ideologico, nel simulacro dell'invincibilità germanica e nelle menzogne della propaganda.

I giornalisti della Deutsche Adria Zeitung tennero in vita fino all'ultimo, alimentandola con tenacia e impudenza, la speranza in una vittoria finale della Germania, ma le loro costruzioni propagandistiche si reggevano su fondamenta fragilissime e logore. Il Reich, sostenevano, poteva resistere all'assalto dei suoi avversari perché il popolo tedesco era stretto attorno al Führer e credeva ciecamente nell'ideologia nazista, perché i militari tedeschi erano combattenti di ineguagliabile valore, perché lo schieramento nemico si sarebbe presto o tardi consumato per le troppe contraddizioni e tensioni interne, perché i milioni di soldati messi in campo dall'Armata rossa erano solo "carne da cannone" in via d'esaurimento e perché lo strapotere tecnologico degli eserciti Alleati sarebbe stato cancellato da nuove, micidiali armi tedesche. Al moltiplicarsi di lugubri e palesi segni che annunciavano l'imminente disfatta, i propagandisti tedeschi poterono opporre solo certezze di vittoria fondate su usurati stereotipi, su ricorrenti mistificazioni, su illusioni ormai in larga parte cadute.