Storicamente. Laboratorio di storia
Odilo Globocnick

Originario di Trieste, Odilo Globocnik fu una figura di rilievo nella storia del nazionalsocialismo. Forte di lunga militanza nelle organizzazioni nazionalsocialiste austriache, dopo l'Anschluss, Globocnik fu nominato Gauleiter di Vienna, incarico di grande prestigio che egli assolse in modo nient'affatto impeccabile, dando prova di scarsissima abilità politica e finendo coinvolto in alcuni scandali finanziari. Fu Himmler, con il quale Globocnik aveva avuto già prima dell'Anschluss frequenti e fecondi contatti, a rivitalizzare la carriera e le ambizioni del Gauleiter caduto in disgrazia. Nel settembre 1939, il potente capo delle SS fece di Globocnik, a lui ormai legato da fondamentali ed ineludibili vincoli di gratitudine, l' SS und Polizeiführer del distretto di Lublino, nella Polonia occupata. Fino al 1942 Globocnik, pur in netto contrasto con il governatore generale Frank, si dedicò alla ricolonizzazione germanica del distretto di Lublino deportando e concentrando la numerosa popolazione polacca ed ebrea; quindi, in seguito alla conferenza di Wannsee, gli venne affidato il comando dell' Aktion Reinhardt . Globocnik divenne così uno dei principali responsabili della liquidazione degli ebrei europei: attraverso l'organizzazione che gli faceva capo deportò milioni di persone e provvide alla costruzione di numerosi campi di sterminio. Secondo i dati forniti da Hilberg, si può stimare in circa 1.500.000 il numero delle persone soppresse nei campi di Belzec, Sobibór, Treblinka e Lublino, direttamente controllati dal capo dell' Aktion Reinhardt in un periodo che va dal settembre 1942 all'ottobre del 1943[1]. Numerosi furono i compiti di Globocnik durante il suo soggiorno in Polonia: egli fornì un contributo determinante alla creazione ed all'organizzazione delle Selbstschutz , gruppi di autodifesa costituiti da uomini di etnia tedesca, e, a partire dal marzo 1943, venne nominato da Himmler capo operativo della Ostindustrie , organizzazione che gestiva l'impiego degli ebrei nelle fabbriche di munizioni della SS e raccoglieva i beni dei deportati. Anche in Polonia Globocnik fallì: una grave serie problemi logistici derivanti dalla sua organizzazione, un'accusa per appropriazione indebita di denaro proveniente dai deportati ebrei e, non ultima, l'ostinata avversione del governatore generale della Polonia indussero Himmler a rimuovere il suo fidato vassallo. Nel settembre del 1943 Globocnik era "disoccupato" ed i suoi trascorsi più prossimi sembravano precludergli positivi sviluppi della carriera. Fu Friedrich Rainer, il vecchio camerata austriaco col quale Globocnik aveva saldi legami d'amicizia a dargli una nuova chance: divenuto Commissario supremo del Litorale Adriatico egli chiamò Globocnik a guidare i reparti di sicurezza della Zona d'operazione e con lui arrivarono a Trieste i reduci dell' Aktion Reinhardt . Globocnik volle replicare l'esperienza di Lublino: organizzò nella pilatura del Riso di San Sabba un campo di concentramento per gli ebrei, i prigionieri politici ed i partigiani caduti in mano dei tedeschi. San Sabba servì principalmente come transito per deportati verso il campo di sterminio di Auschwitz, ma si calcola che vi morirono più di 3000 persone. Forte dell'esperienza dei Selbstschutz creati in Polonia, Globocnik organizzò milizie etniche collaborazioniste, impegnate nella lotta antipartigiana, ed una Wirtschaftspolizei (Polizia annonaria) incaricata di contrastare il dilagante mercato nero, il contrabbando e di vigilare sull'equità dei prezzi imposti dai negozianti. Il 30 aprile 1945 Globocnick fuggì da Trieste, cercò riparo in Austria, ma fu catturato da reparti inglesi e si suicidò con una capsula di veleno [2]. Il 28 aprile intanto anche Rainer aveva lasciato il capoluogo della Venezia Giulia per rifugiarsi in Carinzia dove tentò di organizzare un'ultima disperata resistenza all'insegna dell'anticomunismo, illudendosi di ottenere l'appoggio di Stati Uniti ed Inghilterra. Catturato, testimoniò al processo di Norimberga e quindi fu processato da un tribunale jugoslavo che lo condannò a morte.

Sulla figura di Globocnik si possono vedere l'articolo di Maurice Williams, Friedrich Rainer e Odilo Globocnik. L'amicizia insolita e i ruoli sinistri di due nazisti tipici, «Qualestoria» n° 1, giugno 1997 e l'interessante monografia di Siegfried J. Pucher « In der Bewegung führend tätig». Odilo Globocnik- Kämpfer für den Anschluss, Vollstrecker des Holocaust , Klagenfurt, Drava Verlag 1997.

[1] R. Hilberg, La distruzione degli ebrei d'Europa , Torino, Einaudi 1995, tab. IX/8, 968- 969, voll. II.

[2] In una lettera della Wiener Library di Londra alla Deputazione Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli e Venezia Giulia, in data 17 aprile 1961, si legge: «In Wirklichkeit ist er [Globocnik] mit Siecherheit am 31. Mai 1945 bei Weissensee/Kärnten, Österreich, aus dem Leben geschieden. Globocnik hat bei der Festnahme durch britische Truppen Selbstmord durch Einnahme von Gift begangen», Archivio dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia, busta 20, doc. 66/61.