Storicamente. Laboratorio di storia

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John Ma, "Statues and Cities. Honorific Portraits and Civic Identity in the Hellenistic World"

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John Ma, “Statues and Cities. Honorific Portraits and Civic Identity in the Hellenistic World”, Oxford Studies in Ancient Culture and Representation, Oxford, Oxford University Press, 2013, XXVI, 378 pp.

 

All’interno della collana Oxford Studies in Ancient Culture & Representation, che ha il merito di portare all’attenzione del lettore il ruolo della cultura materiale per la comprensione del mondo antico, non poteva mancare un volume che si occupasse del fenomeno delle statue onorifiche. John Ma, studioso oxoniense di storia greca, con l’originalità, l’ampio respiro teorico e la scrupolosità che contraddistinguono la sua scrittura, ha colmato ora questo vuoto. L’analisi di un tema ampio come quello della funzione della statua onorifica (εἰκών) è stata ristretta, con una certa flessibilità, all’età ellenistica e alle testimonianze epigrafiche e archeologiche provenienti dalla Grecia, dall’Egeo e dall’Asia Minore (specialmente Atene, Epidauro, Olimpia, Delfi, Delo, Oropos, Pergamo e Priene).

Il libro, dal taglio prevalentemente tipologico e interdisciplinare, è strutturato in quattro parti. Nella prima (Statues and Stories), si analizza la ‘grammatica’ e il valore performativo delle iscrizioni che accompagnano le statue. La formula ‘dedicatoria’ (con il verbo ἀνατίθημι, ‘dedicare’) e quella ‘onorifica’ (con τιμάω, ‘onorare’) assolvono la funzione, prettamente politica, di rappresentare una transazione all’interno della polis, in cui è quest’ultima, la comunità, a essere protagonista. Essa celebra le qualità morali del soggetto raffigurato dalla statua ed espresso in caso accusativo nell’iscrizione. Nella seconda parte (Statues and Places), John Ma sposta l’indagine dalla ‘grammatica’ alla ‘geografia’ delle statue, descrivendo le tipologie degli spazi pubblici adatti ad accoglierle (agorà, santuari, ginnasi, teatri), e analizza ‘l'ecologia’ interna a questi spazi, cioè le dinamiche di isolamento, prossimità o raggruppamento in serie che rendono ‘leggibili’ i siti archeologici. La collocazione di statue onorifiche genera, infatti, significato politico, ‘costruisce’ lo spazio pubblico, anche in situazioni di conflitto e di competizione. Nella terza parte (Statues and Families), si affronta il tema complesso delle statue private. Famiglie, gruppi elitari o individui, per le più diverse ragioni, potevano scegliere di finanziare una statua o un gruppo di statue in uno spazio pubblico. Questo genere, attestato ad Atene dal IV secolo a.C. e, via via, nel resto del mondo greco, è in costante dialogo con quello onorifico pubblico, anch’esso emerso nel IV secolo. La polis, infatti, può essere considerata come l’insieme dei gruppi e delle famiglie che la costituiscono e la ricchezza, la stabilità e l’equilibrio esibiti da questi ultimi potevano funzionare come ‘sineddoche’ della prima, senza che, con ciò, si debba negare l’esistenza di scopi meno ‘comunitari’ come l’affermazione del proprio status. Infine, nella quarta parte (Statues as Images), si illustra il processo politico (di commissione, controllo e finanziamento da parte della polis) e artistico che la dedica di un εἰκών comportava. Le statue, prodotte in prevalenza a livello locale, rispondevano sia a parametri di realismo (per esempio, nei tratti del viso), sia a modelli con elementi stereotipati (dal cittadino con l’himation al sovrano in posa nuda eroica).

Nell’insieme, John Ma ci consegna un affresco sociale dell’età ellenistica suggestivo e molto diverso da quello caratterizzato dal ruolo carismatico dei sovrani e dalla loro ideologia centralistica che molti studi hanno spesso messo in luce. Questo libro, richiamandosi a un’interpretazione ‘vitalistica’ della polis post-classica sviluppata da Philippe Gauthier, restituisce attenzione alle dinamiche interne della polis, leggendo il fenomeno delle statue onorifiche «as embodiments of civic ideological control in the euergetical transaction, as tokens in a struggle for power within and over the cities, as moments in archaeologies of social relations» (294), alla luce delle tensioni fra massa ed élite, fra pubblico e privato, che rendevano la polis ellenistica una realtà fluida e complessa, tutt’altro che in declino.