Storicamente. Laboratorio di storia

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Al Sabbagh, Santarelli, Weber, (eds.), “Eretici, dissidenti, inquisitori. Per un dizionario storico mediterraneo”

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Luca Al Sabbagh, Daniele Santarelli, Domizia Weber, (eds.), “Eretici, dissidenti, inquisitori. Per un dizionario storico mediterraneo”, Roma, Aracne, 2016, vol. I, 404 pp.

Il libro – primo di una serie di tre volumi che saranno annualmente pubblicati per i tipi di Aracne – raccoglie contributi già editi, sotto forma di voci, all’interno del Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo (http://www.ereticopedia.org/index). Ed è proprio Daniele Santarelli – curatore del volume e fondatore del Dizionario – a spiegare ai lettori, in sede d’introduzione, il rapporto tra il macroprogetto digitale Ereticopedia e la collana che andrà ad accogliere la succitata trilogia (Il «cannocchiale» dello storico: miti ed ideologie).

Per quanto Ereticopedia, infatti, sia nata come un esperimento scientifico solitario, il suo obiettivo è sempre stato quello di coinvolgere il maggior numero di studiosi e cultori (specie tra i più giovani) del dissenso politico, religioso e letterario. Una promessa di certo mantenuta: il Dizionario di eretici, dissidenti e inquisitori nel mondo mediterraneo – ma anche la rivista Quaderni Eretici, sede strettamente connessa al dizionario – è attualmente in forte espansione, attraverso il contributo di numerosi giovani ricercatori, per lo più non strutturati, all’inizio di carriera e provenienti da aree di studi differenti e complementari.

L’approccio multidisciplinare e internazionale anima anche il presente volume, che ruota attorno alle seguenti tematiche (ognuna di esse argomento di una parte del libro): La crisi politico-religiosa del Cinquecento: antecedenti, sviluppi e quadri d’insieme; Umanisti, riformatori e intransigenti nel Cinquecento italiano; Inquisitori, esorcisti, indemoniati, streghe e cultura popolare tra Cinquecento e Seicento; Resistenze e dinamiche interne al cattolicesimo del Seicento.

Quel che subito salta all’occhio è la sinergia tra storia moderna e italianistica (discipline che si integrano perfettamente nei cosiddetti Italian studies d’oltreoceano): ciò è maggiormente visibile nella seconda sezione del volume, e più precisamente nei contributi dedicati a letterati a loro modo dissidenti quali Vittoria Colonna, Ortensio Lando, Benvenuto Cellini e Michelangelo Buonarroti.

Vorrei prendere a esempio, in questa sede, i contributi su quest’ultimo e sulla marchesa di Pescara, personaggi peraltro molto vicini (ricordiamo che la Colonna allestì e donò il suo corpus poetico a Michelangelo nel 1540/41). È fondamentale inquadrare storicamente e biograficamente – sotto la lente del dissenso – profili di tale caratura, altrimenti la lettura diretta delle loro opere risulterebbe un mero esercizio retorico, l’interpretazione di due tra i tantissimi poeti del Cinquecento italiano (che furono più che le stelle in cielo, per usare il titolo di un recente libro in merito di Domenico Chiodo). Come messo in evidenza nella voce sul Buonarroti di Gianna Pinotti, il lavoro poetico e artistico di Michelangelo non possono certo essere disconnessi, e celano entrambi la concezione che egli aveva dell’uomo, della vita, di Dio. Sia nel Michelangelo poeta che nelle rime della marchesa sono celati elementi di turbamento rispetto alla visione più ortodossa della fede, difesa strenuamente dalla Chiesa.

Ed è proprio nella poesia che spesso si nascondono – in questo secolo, in questa parte d’Europa – i dubbi e le perplessità più urgenti relativi allo spirito, che trovano la protezione di una forma artistica per evitare sguardi indiscreti, e rimanere interrogativi più intimi che politico-teologici.

Un maggior dialogo tra filologia e modernistica gioverebbe dunque a rendere un tale servizio possibile per ogni letterato curioso verso il pensiero eterodosso, e/o intimamente dissidente. E se si pensa al numero degli uomini di lettere in età moderna di cui manca un’edizione critica e commentata secondo gli standard scientifici odierni, può essere fatto davvero molto a tal proposito; o quanto meno può essere evitata la fin troppo comune pratica di commenti avulsi dal contesto storico-culturale e storico-religioso.

Questo è solo uno dei possibili spunti di riflessione offerti dal primo volume di questa mise en papier del Dizionario online prima citato, il cui principale punto di forza – si ricorda – è proprio il voler essere interdisciplinare, non limitandosi a parlare solo di riforma, eresie propriamente religiose e processi: è proprio lo sguardo d’insieme e l’impatto culturale il fine ultimo del lavoro.

In ultimo, ma non certo per ultimo, si segnalano prefazione e postfazione – entrambe sintetiche, incisive e davvero funzionali alla costruzione dell’opera e all’inquadramento di una modernità sempre più complessa del previsto – di due importanti studiosi della modernistica italiana: Luigi Mascilli Migliorini e il compianto Achille Olivieri, alla cui memoria il volume è dedicato.