Storicamente. Laboratorio di storia

Biblioteca

Hau, Meeus, Sheridan (eds.), “Diodoros of Sicily”

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L. I. Hau, A. Meeus, B. Sheridan (eds.), “Diodoros of Sicily. Historiographical theory and practice in the Bibliotheke”, Leuven – Paris – Bristol, Peeters, 2018, 612 pp.

Nel 1836, all’interno della sua Geschichte des Hellenismus, Droysen constatava quanto scarsamente gli studiosi moderni, in sostanziale accordo, stimassero Diodoro e la sua opera. Accanto al giudizio negativo sulla Biblioteca prese posto – già con Heyne, ma determinante fu l’impulso dato da Voldquarsen – un paziente e meticoloso lavoro di ricerca sulle fonti diodoree: la Quellenforschung attribuì allo storico i connotati del compilatore; il suo racconto, di conseguenza, assunse quelli dell’epitome. Nel Novecento l’interesse per Diodoro non è venuto meno e contro l’impostazione tradizionale, in parte ancora operante, numerosi studiosi hanno rilevato il valore, la coerenza interna e l’originalità della Biblioteca, che al di fuori delle stringenti maglie della critica delle fonti ha acquisito un peso specifico e una propria, autonoma, identità. Presentare nella stessa sede la pluralità degli attuali approcci a Diodoro è il proposito – sufficientemente soddisfatto – di questo volume, che attraverso il contributo in apertura di C. Rubincam tenta anche di conciliare quanto ereditato dalla Quellenforschung con i nuovi orientamenti diodorei, suggerendo così per la Biblioteca un metodo di indagine misto.

A quello della Rubincam seguono tre interventi centrati sul rapporto tra Diodoro e il I secolo a.C.: K. S. Sacks prende in considerazione il tema della parrhesia, presente nella Biblioteca come nella riflessione filosofica di I secolo; A. Cohen-Skalli ipotizza che la scarsità di frammenti diodorei attribuibili all’archeologia romana testimoni la ‘prospettiva greca’ alla base del racconto del Siceliota: la storia dell’Urbe sarebbe stata narrata più estensivamente solo a partire dalla prima guerra punica, con l’ingresso della Sicilia nell’orbita di Roma; infine, R. Westall si sofferma sui legami (anche personali, forse) tra Diodoro e Pompeo, che prima di Farsalo avrebbe detenuto all’interno del progetto della storia universale diodorea la posizione di rilievo assegnata poi, con il mutare degli eventi, a Cesare.

L’indagine su genere e scopo della Biblioteca caratterizza i contributi della seconda sezione del volume. J. Engels riflette sul titolo Bibliotheke, che segnalerebbe un programma storiografico fondato sulla trasmissione di un sapere di tipo enciclopedico, analogo a quello degli historika hypomnemata di Strabone. A. Meeus mostra la corrispondenza tra il contenuto del proemio generale e la teoria storiografica di I a.C., mentre L. Prandi dedica la sua attenzione al XVII libro, definito una ‘monografia su Alessandro’ e analizzato anche in relazione all’oikonomia della Biblioteca.

Le posizioni della nuova Quellenforschung sono ben rappresentate da V. Parker, che nel suo articolo sostiene la stretta dipendenza dei libri XI-XVI dalle Storie di Eforo; in virtù di questa presunta filiazione diretta Parker spiega la presenza di errori e duplicazioni di eventi (Dublette/Verdoppelungen) all’interno della Biblioteca. J. Priestley e P. Wozniczka indagano il rapporto tra Diodoro e le sue fonti, rispettivamente per la descrizione del Nilo e il racconto della prima rivolta degli schiavi in Sicilia. Mentre la Priestley ribadisce l’importanza della Quellenforschung per gli studi diodorei, Wozniczka mette cautamente in discussione la validità dell’approccio tradizionale: Diodoro fece un uso critico del testo di Posidonio, badando a garantire al proprio racconto, indipendementemente dall’autore impiegato, una certa uniformità stilistica e contenutistica. L. M. Yarrow, che prende in considerazione i frammenti diodorei tràditi da autori tardoantichi e bizantini, avanza come Wozniczka dubbi sulle possibilità di risalire, partendo dal frammento, agli ipsissima verba della fonte.

Dal contributo di L. I. Hau, che mediante un’analisi narratotologica individua diversi registri autoriali all’interno della Biblioteca, suggerendo che il loro uso sia stato calibrato da Diodoro in relazione al tipo di materia trattata, prende le mosse una parte del volume dedicata agli aspetti compositivi dell’opera. Segue l’intervento di J. Walsh, un’analisi degli accorgimenti narrativi e retorici impiegati nella costruzione del racconto della guerra lamiaca, ‘ring composition’ incastonata nel XVIII libro; conclude l’articolo di C. Bearzot, in cui si passa in rassegna il lessico relativo a collaborazione e opposizione politica attestato nei libri XI-XX.

Divinità, mito, etnografia, lingue e scrittura sono gli argomenti attorno a cui ruotano i successivi interventi. Comincia C. Durvye: la studiosa sostiene che Diodoro abbia integrato storia degli dei e degli uomini attraverso un approccio evemeristico; inoltre, nella Biblioteca dio e storico condividerebbero la medesima funzione civilizzatrice e di ‘custodia della morale’. Se C. E. Muntz si sofferma sulla portata innovativa della scelta di esporre ordinatamente il mito nei primi libri della Biblioteca, facendo risaltare le differenze con la tradizione storiografica e la sintonia con il pensiero storico romano di I secolo a.C., A. Ring concentra invece la sua attenzione su quanto accomuna, nel trattamento e nelle finalità di impiego della mitologia, Diodoro agli storici di V secolo. A partire dai contenuti geo-etnografici dei libri I-VI S. Bianchetti riflette sulla simmetria interna all’opera: in Diodoro i popoli e gli spazi conquistati dai grandi civilizzatori del passato prefigurerebbero, passando per Alessandro, l’azione di Cesare. D. James affronta il problema del multilinguismo e della lingua greca come elemento culturale unificante in Diodoro, mentre P. Liddel tratta le modalità di impiego del materiale epigrafico nella Biblioteca, avanzando l’ipotesi che fini dell’utilizzo delle iscrizioni fossero la preservazione della memoria collettiva e l’edificazione morale del pubblico.

Altri colpi all’idea della Biblioteca come epitome sono inferti dagli interventi dedicati alla costruzione e all’uso dei logoi, nei quali si insiste sulla capacità di Diodoro di tradurre in atto la teoria storiografica espressa nelle diverse sedi proemiali: D. Pausch mette in rilievo la coerenza tra i propositi teorici sui discorsi espressi nel proemio del XX libro e i logoi presenti all’interno dell’opera; C. Baron, soffermandosi in particolare sul logos di Teodoro ai Siracusani del XIV libro, definisce finalità e caratteristiche del discorso diretto in Diodoro.

Il volume si conclude con due articoli volti ad approfondire la storia militare diodorea. Dallo studio della descrizione di tre battaglie (Isso, Paretacene e Gabiene), J. Roisman individua nella tyche e nell’arete due temi ricorrenti e originali della riflessione militare di Diodoro. Infine, secondo N. Williams, le vicende belliche della Biblioteca sarebbero finalizzate all’educazione del pubblico e alla veicolazione di precetti morali.

Sommario

Introduction, Lisa Irene Hau, Alexander Meeus, Brian Sheridan

New and old approaches to Diodoros: can they be reconciled? Catherine Rubicam

Diodoros in the first century

Diodoros of Sicily and the Hellenistic mind, Kenneth S. Sacks

The origins of Rome in the Bibliotheke of Diodoros, Aude Cohen-Skalli

In praise of Pompeius: re-reading the Bibliotheke Historike, Richard Westall

Genre and Purpose

From Ἱστορίαι to Βιβλιοθήκη and Ἱστορικὰ Ὑπομνήματα, Johannes Engels

History’s aims and audience in the proem to Diodoros’ Bibliotheke, Alexander Meeus

A monograph on Alexander the Great within a Universal history: Diodoros book XVII, Luisa Prandi

New Quellenforschung

Errors and Doublets: reconstructing Ephoros and appreciating Diodoros, Victor Parker

A question of sources: Diodoros and Herodotos on the river Nile, Jessica Priestley

Diodoros’ narrative of the first Sicilian slave revolt (c. 140/35-132 B.c.) – a reflection of Poseidonios’ ideas and style? Piotr Wozniczka

How to read a Diodoros fragment, Liv Mariah Yarrow

Composition and Narrative

Narrator and narratorial persona in Diodoros’ Bibliotheke (and their implications for the tradition of Greek historiography), Lisa Irene Hau

Ring composition in Diodoros of Sicily’s account of the Lamian War (XVIII 8-18), John Walsh

Terminology of political collaboration and opposition in Diodoros XI-XX, Cinzia Bearzot

Gods and Myths

The role of the gods in Diodoros’ Universal history: religious thought and history in the Historical Library, Cécile Durvye

Diodoros, mythology, and historiography, Charles E. Muntz

Diodoros and myth as history, Abram Ring

Ethnography, Languages, and Literacy

Ethno-geography as a key to interpreting historical leaders and their expansionist policies in Diodoros, Serena Bianchetti

Diodoros the bilingual provincial: Greek language and multilingualism in Bibliotheke XVII, Dylan James

Inscriptions and writing in Diodoros’ Bibliotheke, Peter Liddel

Rhetoric and Speeches

Diodoros, the speeches, and the reader, Dennis Pausch

The road not taken: Diodoros’ reasons for including the speech of Theodoros, Christopher Baron

Military History

Fate and Valour in three battle descriptions of Diodoros, Joseph Roisman

The moral dimension of military history in Diodoros of Sicily, Nadejda Williams