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Visioni e politiche del territorio
La dimensione contemporanea dell’urbano, la perdita di limiti e il dilagare disordinato e pulviscolare nelle campagne ha ragioni molteplici e profonde, di natura culturale come economica. Se sotto il profilo antropologico il rimescolamento dei ruoli e delle sfere relazionali ha prodotto atopia e un difficile, conflittuale, riposizionamento identitario, sul versante economico le implicazioni della riconversione postindustriale in direzione della rendita fondiaria, hanno ingenerato un clima in cui l’enfasi della crescita ha portato a un’espansione sovradimensionata dell’edificato. Una logica quantitativa che ha contribuito all’innesco della crisi economica attuale e spogliato di qualità il vivere contemporaneo. Ha condotto ad un rapace consumo di territorio e alla colonizzazione delle campagne da parte di una forma invadente di urbanizzazione che altera tessiture territoriali, stili di vita, tipi paesaggistici. Le politiche del territorio, celate dietro gli schermi della retorica, sono immobilizzate nella crisi della decisionalità. Studiosi e progettisti di territorio analizzano criticamente le dinamiche in atto e propongono visioni in cui la città si fonde e integra armonicamente con la campagna.
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