15- 16 giugno
15-16 giugno
Il 15 giugno, convocati dalla Federazione Nazionale dei Lavoratori della Terra, oltre 50 mila braccianti e contadini invadono pacificamente le vie del centro, chiedendo la requisizione delle
terre incolte e malcoltivate. Per Onofri, fu «la più imponente manifestazione contadina della storia» (N. S. Onofri, Il proletariato bolognese tra guerra e dopoguerra (1915-1920), in:
L. Arbizzani (ed.)., Il sindacato nel bolognese. Le Camere del Lavoro di Bologna dal 1893 al 1960, Bologna, Clueb, 1988, 178).
Sono presenti i maggiori dirigenti politici e sindacali del socialismo bolognese. Nel pomeriggio, l’uccisione di un proletario da parte dei nazionalisti di D. Zanetti porta a due risposte
differenti del movimento operaio: FPSB e CCdL decidono di non proclamare lo sciopero generale per non disperdere le forze proletarie in movimenti isolati; la Vecchia Camera del Lavoro
controllata dagli anarchici di A. Borghi opta invece per uno sciopero generale a tempo indeterminato ed il 16 giugno invade la sede confederale, accusando Gaviglio del fallimento dello
sciopero. La frazione massimalista trova negli anarchici degli inaspettati alleati.