le calde giornate di fine 1919
Le calde giornate di fine 1919
All’inaugurazione della XXV Legislatura – il 1 dicembre – i deputati socialisti inscenano una manifestazione antimonarchica. All’uscita dalla Camera, alcuni di essi vengono aggrediti da studenti e ufficiali nazionalisti. Per i due giorni seguenti viene decretato lo sciopero generale contro tale aggressione. In numerose città si verificano duri scontri: 7 morti a Mantova, 4 a Milano, a Bologna è ucciso l’operaio A. Villani. Il 5 dicembre, un documento del C. E. del sindacato confederale bolognese, approvato dalla CGdL, invita a limitare l’adesione agli scioperi di protesta al fine di non creare continue illusioni alla classe lavoratrice. I massimalisti locali e l’«Avanti!» serratiano attaccano duramente il segretario Venturi, il quale si dimette poco dopo, rimanendo comunque fino ad agosto 1920 vicesegretario della CCdL. Alle elezioni amministrative dell’autunno 1920, Venturi verrà eletto al Consiglio Provinciale per Crevalcore, ma sarà implicato nei fatti di Palazzo d’Accursio di fine novembre: accusato dalla Giustizia (fascista) di essere colui che sparò a Giordani – il consigliere nazionalista ucciso nella seduta inaugurale – sarà condannato nel 1923 a 13 anni di carcere.