Thibaudeau (Antoine Claire); 1765-1854
Figlio di un avvocato di Poitiers, avvocato lui stesso, nel 1789 accompagna il padre a Versailles, eletto dal terzo Stato del Poitou agli Stati Generali. Di ritorno a Poitiers, diventa procuratore del comune di Poitiers. La Vienne lo elegge alla Convenzione. Benchè schierato nella Palude, vota per la morte del re. La rivolta federalista del suo dipartimento natale lo rese sospetto: il padre, il cognato e tre zii furono arrestati. Dobbiamo credere a Baudot e Barras quando affermano che per “riabilitarsi” Thibaudeau si presentava alla Convenzione col berretto rosso e la carmagnola? Di sicuro si specializzò prudentemente nei lavori del Comitato della pubblica istruzione e contribuì alla bocciatura del progetto di istruzione di Le Peletier De Saint-Fargeau. Dopo il 9 termidoro uscì dall’ombra. Fu tra gli animatori della reazione termidoriana, chiedendo la deportazione di Billaud-Varenne, Collot d’Herbois e Barère. Dopo aver preso parte al Comitato di Sicurezza generale partecipò attivamente alla stesura della Costituzione dell’anno III. In compenso al momento dell’insurrezione di vendemmiaio prese posizione decisamente contro gli insorti: “Sarò sempre la sbarra di ferro contro la quale verranno a spezzarsi i complotti dei faziosi.” Chiamato al Consiglio dei Cinquecento da più di trenta dipartimenti, si avvicinò ai realisti. Fu immediatamente compromesso nel colpo di Stato del 18 fruttidoro e devette nascondersi. Boulay de la Meurthe intervenne a suo favore e Thibaudeau potè rioccupare il suo posto fino al maggio 1798. Allora si iscrisse al foro di Parigi. Avendo aderito alla causa di Bonaparte, fu nominato prefetto della Gironda e poi delle Bocche del Rodano. Messo da parte durante la prima Restaurazione, fu chiamato alla Camera dei pari dei Cento giorni ma fu proscritto dalla seconda Restaurazione. Esiliato a Praga, Vienna e infine a Bruxelles, tornò in Francia dopo la Rivoluzione del 1830. Contrario alla monarchia di Luglio fu favorevole a Napoleone III e fu chiamato al Senato. Quando morì era l’ultimo sopravvissuto dei membri della Convenzione.
Da: J. Tulard, J.F. Fayard, A. Fierro, Dizionario storico della Rivoluzione francese, Firenze, Ponte alle grazie, 1989, 900.