Sacerdoti terzomondisti
Erano i membri del Movimiento de Sacerdotes por el Tercer Mundo. Alcuni di loro approvavano la lotta armata, ma a ogni modo tutti furono perseguitati perché esprimevano una forte preoccupazione per le ingiustizie sociali e si impegnavano attivamente nella difesa dei poveri. Le loro radici ideologiche si rintracciano nella diffusione di una “teologia della liberazione” che ebbe inizio durante il papato di Giovanni XXIII e di Paolo VI, quando la Chiesa notò la crescente partecipazione dei cattolici alle lotte delle classi popolari. Dopo il Concilio Vaticano II il nuovo orientamento fu formalizzato. La Populorum progressio, promulgata da Paolo VI, condannò la povertà, l’ingiustizia e lo sfruttamento. I termini equivoci con cui vennero espresse queste condanne furono all’origine delle diverse interpretazioni che di essa diedero le varie tendenze. Quest’ambiguità rispondeva al timore della Chiesa Cattolica di divenire una “Chiesa dei poveri”.