L’arrivo dei partigiani a Gorizia. La testimonianza di T. M.
Videointervista a T. M. raccolta da Alessandro Cattunar e Kaja Sirok il 12.10.2007 a Salcano (Nova Gorica). La traduzione dall’originale sloveno è di Kaja Sirok. Le frasi in maiuscoletto sono pronunciate in italiano dal testimone.
Io ricordo che poi il 29 aprile, B. [suo fratello N.d.R.] dice il 30, un gruppo di cetnici si ritirava passando per Salcano. Il ponte era stato colpito, aveva un buco in mezzo, però si riusciva a
passare dall’altra parte, sull’altra sponda dell’Isonzo. Mi ricordo che questo gruppo di cetnici se ne stava andando ma uno di loro si era fermato qui… avevamo il portone aperto sul cortile e mi
madre era lì. Ha chiesto a mia madre: “Dove hai il marito?” e in quei giorni tutte le donne che avevano i mariti con i partigiani dicevano che erano con l’esercito italiano. È una cosa logica
poiché o era prigioniero in un posto qualsiasi… comunque questa era la migliore risposta… poteva essere un soldato italiano imprigionato in Germania, non potevi sapere dove poteva essere.
La fila si spostava dall’altra parte del ponte e chiaramente noi muli [ragazzi in dialetto goriziano/triestino N.d.R.] avevamo pistole nascoste nei cespugli intorno alla casa. Mi ricordo che quel
giorno, quando il gruppo dei cetnici si spostava verso San Mauro noi abbiamo sparato un po’ di colpi dall’altra parte, ma poiché erano armi italiane non avevano un raggio forte così le pallottole
non li hanno raggiunti. Si spostavano in fila, si vedeva tutta la fila dei cetnici, poi l’ultimo finì dietro l’angolo per San Mauro…
Quando l’ultimo cetnico sparì, dalla piazza si sentirono applausi, c’erano bandiere, il gruppo partigiano Skofje loski odred era arrivato giù dai monti. Presero su e mobilitarono gli
uomini di Salcano ed andarono avanti verso Goriza. Passarono per via IX Korpus che in italiano si chiama via Montesanto e poi sono andati giù per piazza Caterini e poi nei pressi di piazza
Vittoria. Lì ho perso le loro tracce. Ho provato ad andargli dietro… Poi sono andato ad appendere la bandiera con la stella rossa fuori dal nostro appartamento in piazza Vittoria a Gorizia. Così
sulla nostra casa c’erano subito le bandiere slovene… subito dopo che i partigiani sono arrivati a Gorizia
Lo stesso giorno?
Sì, lo stesso giorno!
Lo stesso giorno che la divisione partigiana è entrata in città!
Poi sono andato dietro di loro. Avevo con me la pistola e le bombe. La pistola… quella vera!
Da chi la ha avuta?
Ma tutti i ragazzi avevano pistole e fucili…
Io avevo tre pistole nascoste, una in giardino, una nella stalla, poi un’altra... delle bombe a mano, delle munizioni... quando avevo messo su la bandiera siamo andati giù per via Roma e quando
siamo arrivati nelle vicinanze del Ljudski dom, all’incrocio con i giardini pubblici lì si sparava... mi ricordo che arrivò una mitragliata e la vetrina della Perugina andò
distrutta. Io sono tornato indietro attraverso piazza Vittoria e, in un portone del Cinema Moderno, c’erano dei signori che avevano delle strisce bianche e dei cappotti chiari, sulla striscia
bianca non so cosa c’era scritto… Erano armati, dentro il portone, e uno ha detto: “Ciò mulo ma cos’te fa’ qua?” Ho detto: “Niente!”. “Vieni da noi che ti ammazzano i cetnici”. Ma io ho detto:
“Io non ho paura”, e sono andato avanti... […] Sono passato davanti alla vetrina distrutta e quando sono giunto nei pressi del negozio di giocattoli Zaccarelli, Zakrajsek… Zaccarelli… Sento dei
partigiani che arrivano dalla piazza della Ginnastica Goriziana per scacciare i cetnici fino al torrente Corno [un torrente che passa per Gorizia N.d.R.]! Fino al “buco della volpe”!