Il governo alleato: tra speranze e delusioni. La testimonianza di Dario Culot
Videointervista a Dario Culot raccolta da Alessandro Cattunar e Kaja Sirok il 3.09.2007 a Gorizia.
Ci si aspettava da loro che ci dessero la possibilità di vivere e ci assicurassero da quel clima di terrore che era stato in qui giorni. Ma non fecero niente, per i deportati, ad esempio, non
fecero niente.
Conosce persone che furono deportate? Amici, parenti…?
Conosco parecchia gente che fu deportata e non si seppe niente. Una parte li portavano a Aidiussina, l’altra la interrogavano o la portava negli altri campi, qualcuno veniva rilasciato… era tutto
un caos.
In base a cosa li arrestavano?
Non so, immagino, immagino, sulla base di delazioni, segnalazioni.
[…]
E la vita com’era?
Era fame! Quello mi ricordo.
Ma sotto gli americani non c’era più tanta fame…
Gli americani davano al massimo qualche pezzo di cioccolata e 4 bomboni (caramelle N.d.R.) ai bambini. Non è che…. C’erano le tessere come durante la guerra. Non c’era da mangiare. Io ho avuto la
fortuna che la famiglia di mio padre erano contadini e quindi saltavano fuori patate, latte, quelle cose no? Maiale.
Quindi non era migliorata molto la situazione rispetto alla guerra…
No. No. Solo dopo, man mano. Ma al momento no…