I partigiani jugoslavi a Gorizia: speranze e aspettative. La testimonianza di A. D.
Videointervista ad A. D., raccolta da Alessandro Cattunar e Kaja Sirok il 31.08.2007 a Gorizia.
Si ricorda il giorno (della prima manifestazione filo jugoslava)?
I primi giorni di maggio… adesso non mi ricordo. Il primo giorno senz’altro no perché ero in piazza Vittoria sempre di fronte alla chiesa perché erano arrivati gli americani. Quindi gli americani
sono arrivati qui il 2 o il 3. Erano sui carri armati. Una ragazza che era con me... e che anzi mi ha detto di non menzionarla mai perché non vuole più saperne di niente e di nessuno… si è messa
a gridare: “Avverti tutti gli altri”… abbiamo iniziato a gridare: “Jugoslavia!”… insomma abbiamo iniziato ad inneggiare alla Resistenza e alla Jugoslavia. Lì è stata la mia prima manifestazione…
adesione a qualche cosa…
E mi ricordo che gli americani, che in realtà mi pare fossero neozelandesi, avevano un bellissimo sorriso, ci sorridevano e ci salutavano.
[…]
Si ricorda cosa è successo dopo che i cetnici se ne sono andati?
Sono venuti i partigiani. E di fronte a casa mia, dove abitavo io, c’era un grande cortile, con una tettoia… perché sotto l’Austria faceva parte del Tribunale. E c’era una sfilza di celle fatte
tipo casette, e questo cortile serviva per la gente delle carceri… E lì sono venuti i partigiani, che erano tutta gente che parlava serbo-croato. Lì ricordo, che patetico che era… con gli stracci
legati perché avevano i piedi gonfi… E mi ricordo che la gente ha portato loro un po’ di acqua calda perché erano gonfi, con le scarpe rotte… Però, le dico, nessuno ha pensato a questa gente…
Non avevate paura?
No, quella volta no! Dopo è venuta fuori la storia che portavano via gente. Noi goriziani… sa com’è… la colpa la danno poi a tutti ma… io so soltanto che un ragazzo che abitava una via più in giù
di me, che ha fatto anche lui il partigiano, è stato denunciato perché portava via gente e lui… ha detto… ha raccontato chi l’ha mandato. E cioè che l’ha mandato uno che ha fatto parte di
Gorizia… un italiano. Ha punito tutta quella gente che disturbava per la sua professione. Non faccio nomi perché poi si viene chiamati non so dove.
[…]
Quali erano le vostre speranze e aspettative quando sono arrivati i partigiani sloveni e poi…
Noi speravamo… perché eravamo convinti che noi sloveni avremmo fatto parte della Slovenia. Era una cosa così logica che sarebbe stata Jugoslavia.
Ci speravate concretamente.
Senz’altro. Ma questo si diceva già durante tutto il periodo della guerra. Non era una cosa…
Poi con l’arrivo degli americani…
Inizialmente andava tutto bene. Poi tutto in un momento gli americani proteggevano la parte italiana.