Cvl - Corpo Volontari per la Libertà
Il comando generale del Corpo volontari della libertà, prima struttura di coordinamento generale dei partigiani ufficialmente
riconosciuta, viene costituito a Milano il 9 giugno 1944 (con delibera definitiva del 19 giugno).
Come scrive Santo Peli, la nascita del Corpo Volontari per la Libertà “corona un processo di sviluppo e un inteso sforzo volto ad istituzionalizzare, coordinare e disciplinare l’insieme delle
forze partigiane, in buona parte ancora allo stato magmatico”. La decisione di unificare le principali formazioni partigiane italiane, dando loro una guida politico-militare comune, viene presa
dal Partito comunista e dal Partito d’azione anche col fine di trattare da una posizione di forza sia con il Governo italiano sia con le forze Alleate.
Infatti, con i "Protocolli di Roma" siglati il 7 settembre 1944 dai delegati del Clnai e dagli Alleati, viene sancito il riconoscimento da parte anglo-americana delle formazioni partigiane
italiane, a condizione che, finita la guerra, i combattenti della Resistenza riconsegnassero le armi ed il potere passasse all'amministrazione alleata.
Il comando generale era composto inizialmente da Mario Argenton (Pli), Enrico Mattei (Dc), Luigi Longo (Pci), Ferruccio Parri (Pd’A), Guido Mosna (Psiup). Peli sottolinea il fatto che Longo e
Parri, direttori alla pari della fondamentale “sezione operazioni”, crearono una sorta di “diarchia di sinistra, solo formalmente compensata dalla presenza, a capo delle altre sezioni
[assistenza, operazioni, informazioni e controspionaggio, aviolanci, trasporti e collegamenti, prigionieri alleati, falsi, N.d.R.], di esponenti democristiani e liberali”.
Con una legge del 21 marzo 1958, n. 285, il Cvl otterrà il riconoscimento giuridico ufficiale come Corpo militare
regolarmente inquadrato nelle Forze armate italiane.
S. Peli, La Resistenza in Italia, Torino, Einaudi, 2004, 80