Separatio thori. La separazione dei coniugi nel diritto canonico e riformato (secc. XII-XVIII)
Rigide norme regolarono la possibilità di rompere un matrimonio nei secoli dell’età medievale e moderna. Secondo il diritto canonico il matrimonio legittimamente contratto era indissolubile. L’unica forma di separazione ammessa era la separatio quoad thorum et coabitationem anche detta separatio thori; questo istituto giuridico era stato creato nel XII secolo e prevedeva la possibilità per i coniugi di ottenere un’interruzione temporanea o perpetua del debito coniugale e della coabitazione. La separazione doveva essere decretata da un tribunale ecclesiastico e solo dopo che fosse stata adeguatamente provata la presenza di un giusto motivo di separazione. Si trattava quindi di una separazione per causa determinata e la serie dei giusti motivi era stata fissata dai canoni; i motivi principali per cui si poteva chiedere una separazione erano l’adulterio, le sevizie o maltrattamenti, l’entrata in monastero di uno dei coniugi o di entrambi, l’eresia e l’incitazione a peccare, il morbo contagioso.Nel XVI sec., il diritto riformato cancellò l’istituto della separatio thori e introdusse il divorzio, ovvero la possibilità di sciogliere il matrimonio e contrarre nuove nozze. Anche in questo caso il divorzio doveva essere concesso da un tribunale, e dopo l’accertamento di una serie di giusti motivi (quelli riconosciuti da tutte le confessioni erano adulterio, abbandono, impotenza e malattia grave). In ogni caso, tanto le chiese cattoliche che quelle riformate per tutta l’età moderna fino a tutto il ‘700 s’impegnarono per impedire facili separazioni e facili divorzi.
Cfr. Sulla storia e l’evoluzione dell’istituto della separatio thori cfr. G. di Renzo Villata, Enciclopedia del Diritto, XLI, Giuffré, Roma, 1989, voce Separazione personale dei Coniugi, 1350-1368; S. Seidel Menchi, D. Quaglioni (a cura di), Coniugi nemici. La separazione in Italia dal XII al XVIII secolo, Bologna, Il Mulino, 2000; e la recente monografia di G. Marchetto, Il divorzio imperfetto. I giuristi medievali e la separazione dei coniugi, Bologna, Il Mulino, 2008. Per il diritto matrimoniale riformato cfr. invece R. Phillips, Putting Asunder, cit. pp. 58 e sgg. e pp. 92 e sgg.; J. Watt, L’impatto della Riforma e della Controriforma, in M. Barbagli, D.I. Kertzer (a cura di), Storia della famiglia in Europa, Roma-Bari, Laterza, 2001, pp. 176-217 e in particolare le pp. 182 e sgg.