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Heinz Schilling, “1517. Weltgeschichte eines Jahres”

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Heinz Schilling, “1517. Weltgeschichte eines Jahres”, München, C.H. Beck, 2017, 364 pp.

Un annus mirabilis, il 1517, nel quale emerge l’età moderna in un mondo ormai globale. Questa, in estrema sintesi, la sostanza dell’ultimo libro di Heinz Schilling, lo storico tedesco autore - tra l’altro - della recente biografia di Martin Lutero (trad. it., Martin Lutero. Ribelle in un’epoca di cambiamenti radicali, 2016), che dalla prima edizione tedesca del 2012 a oggi ha già avuto numerose edizioni, è diventata un best-seller ed è stata tradotta in più lingue.

Entrambi i libri sono stati pensati e scritti come contributo al cinquecentenario della Riforma protestante 1517-2017. Ed entrambi, pur nella ovvia diversità del genere letterario, intendono rispondere al problema di fondo della distanza e della estraneità tra il nostro presente e quel mondo, da una parte, ma anche, dall’altra, alla attualità e della riconoscibilità di quel mondo nel nostro presente.

In 1517 lo scopo è raggiunto grazie a una sorta di viaggio intorno al mondo allora già conosciuto: quindi un viaggio tra Vecchio e Nuovo mondo, tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud. E non solo con lo sguardo attento alla dimensione politica, religiosa e sociale, ma anche a quella dei saperi e delle conoscenze. Qui il 31 ottobre 1517, la data di inizio della Riforma protestante, è solo uno dei momenti che caratterizzano quell’anno con conseguenze che durano fino al presente.

Già nel prologo del libro (pp. 11-17) le 95 tesi di Lutero costituiscono il quarto, in ordine, degli eventi scelti per avviare il lettore a un nuovo sguardo su quell’anno epocale, sulla base di resoconti coevi.

Il primo ha luogo, infatti, non a Wittenberg, ma in una comunità del territorio di Bergamo. Si tratta della ‘meravigliosa’ battaglia dell’esercito furioso di spiriti nel cielo sopra Verdello, alla metà di dicembre. È questa una delle visioni di cui circolano non poche narrazioni nel periodo delle guerre d’Italia, che l’a. riprende dalla traduzione inglese del noto libro di Ottavia Niccoli, Profeti e popolo nell’Italia del Rinascimento, 1987 (Prophecy and people in Renaissance Italy, 1990).

Il secondo conduce invece nel Nuovo Mondo, tra lo Yucatan dei Maya e gli Atzechi della successiva Veracruz, tra la primavera del 1517 e la Pasqua del 1519: la percezione della presenza degli Spagnoli come un positivo “ritorno degli Dei” sulla terra, come segno di riconciliazione tra gli dei e gli uomini.

Il cantone cinese di Gu Yingxiang è lo scenario del terzo evento: un incontro tra il segretario del governo provinciale e un ambasciata portoghese, accompagnata da due grosse navi capitanate da “maomettani”, e le sue conseguenze.

Si tratta di quattro diverse testimonianze da quattro diversi angoli dell’Europa e del mondo, accomunate però dal loro essere segno delle insicurezze e delle paure degli uomini del tempo, dall’essere espressione di una analoga concezione del mondo cosmico-religiosa (che l’a. illustra con approfondite argomentazioni).

Nelle successive quasi trecento pagine del libro Schilling affronta sette problemi storici e storiografici, in altrettanti capitoli: il rapporto tra i due imperi mondiali spagnolo e turco e la Terza Roma (Mosca), sullo sfondo dello stato principesco della prima età moderna e delle manifestazioni di scontento e critica da parte dei sudditi; la pace costantemente minacciata e la stabilità del denaro; l’Europa e il resto del mondo; il Rinascimento e un nuovo sapere del mondo e sul mondo; le paure collettive e il desiderio di sicurezza; il papa a Roma come uno dei sovrani italiani e come pontefice universale; per ultimo, il monaco Martin Lutero a Wittemberg e l’aurora del protestantesimo ai confini della civilizzazione.

Questo 1517 appare così a Schilling, nel 2017, diverso da quello che dopo la catastrofe della I guerra mondiale era stato giudicato dal noto teologo e storico del cristianesimo Adolf von Harnack: l’anno dell’inizio della Riforma luterana come inizio dell’età moderna. Diverso, perché nel frattempo è caduta la concezione di un monopolio europeo dell’età moderna. Diverso, anche per la critica cui è stata nel frattempo sottoposta la tesi di un processo di modernizzazione universale iniziato con quel 1517. Ciò non significa, però, che la data del 31 ottobre 1517 abbia perso il significato di evento storico universale. A distanza di cinquecento anni ne acquista uno nuovo, proprio in una prospettiva di storia globale, anche nella sua dimensione specificamente religiosa. Perché alla concezione di una unidirezionale europeizzazione del mondo si può ora sostituire quella della reciprocità di mondi e culture. E ciò che potrebbe sembrare straniero e lontano può anzi apparire proprio nel nostro mondo attuale e ad esso vicino.

In modo visualmente molto significativo il rapporto che ora si può istituire tra il 1517 e il 2017 è raffigurato nella sovracoperta del libro (e spiegato nel IV capitolo): l’accostamento tra il Rhinocerus di Albrecht Dürer (1515) e il profilo di Martin Lutero inciso da Lucas Cranach il vecchio (1521). Se l’asiatico rinoceronte Odysseus, che il governatore delle Indie Albuquerque aveva regalato al re del Portogallo, aveva prima destato enorme meraviglia tra tutti coloro che lo avevano potuto vedere al suo arrivo a Lisbona nel maggio del 1515, ma poi grazie alla rappresentazione di Dürer è diventato simbolo acquisito della allora nuova conoscenza del mondo; così molto della meraviglia e della novità suscitate a partire dall’atto di Lutero del 31 ottobre 1517 è diventato un valore diffuso e fatto proprio proprio in tutto il mondo.

In base a questa concezione di “assimilazione” tra culture l’ultima pagina del libro si chiude con l’auspicio che le minacce attuali della violenza fondamentalistica possano essere superate, così come ora, nel 2017, è riuscito riguardo le contrapposizioni e i conflitti “fondamentalistici” tra diverse confessioni cristiane che si erano aperti con il 1517.