L’epistolario di Albertario
Per quanto sono riuscita a vedere, nell'epistolario di Albertario conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano - alla quale è stato donato negli anni Cinquanta del
Novecento, non si sa quanto integralmente, da due sacerdoti: il nipote e biografo G. Pecora e G. Ferrario [Ballarini 2002, 163-164] -, non vi sono pressoché tracce dei contenuti così presenti sul
suo giornale. Unica eccezione a questo strano silenzio è una lettera che egli scrive nell'aprile del 1892, nel pieno della violenta polemica antiebraica condotta dal giornale, ad un parroco (don
Giglio Albuzzi, di Santa Maria Segreta), nella quale lamenta il fatto che il denaro raccolto con una sottoscrizione venga utilizzato in modo tutto sommato superfluo (per acquistare un ostensorio da
donare al Papa), quando ci sono iniziative cattoliche «insidiate da ebrei e massoni»: «Ti dico […] schiettamente che io non ho mai avuto entusiasmo per questa sottoscrizione. La ragione è che il
Papa riceverà l'ostensorio, lo regalerà a qualche chiesa che ne ha altri, e così, in tanta penuria di danaro, si sarà fatta un'opera di puro lusso. Pensare che si pena a condurre opere cattoliche
insidiate da ebrei e massoni!». Lettera intestata "Direzione dell'Osservatore Cattolico", datata Milano, 14 aprile 1892 (Biblioteca Ambrosiana, Manoscritto Z 359 sup.).