«L'Osservatore Cattolico» di Milano
Il giornale nasce il 2 gennaio del 1864 come continuazione della breve esperienza dell'«Osservatore Lombardo», quindicinale intransigente uscito a Brescia tra il 1861 ed il
1863. Un grosso sostegno viene dal vicario della diocesi milanese, mons. Caccia Dominioni, ma soprattutto da parte di Pio IX; i fondatori, proprietari e primi direttori sono mons. Giuseppe Marinoni
e don Felice Vittadini. Nel luglio del 1869 viene chiamato a far parte della redazione Davide Albertario. Ben presto, anche a causa dell'avvicendarsi ai vertici della chiesa locale di esponenti
cattolico-liberali che non approvano la linea intransigente espressa dalla testata, il clima attorno al giornale si fa incandescente: i "vecchi" lasciano il passo ai "giovani" e dall’1 gennaio 1873
direzione, redazione e proprietà passano ad Albertario, e a don Carlo Locatelli e don Enrico Massara. Parallelamente all'attività in seno all'«Osservatore Cattolico», Albertario è impegnato nelle
pubblicazioni di altri periodici: il settimanale dedicato alla divulgazione delle dottrine del Concilio Vaticano «Il Popolo Cattolico», il quindicinale illustrato per famiglie «Leonardo da Vinci»,
e, soprattutto, il mensile «La Scuola Cattolica». La linea editoriale che investe tutte queste pubblicazioni è comune: rivendicazione del dominio temporale, difesa dell'assoluto primato papale,
delle idee espresse dal Sillabo e del principio dell'astensione, con lo scopo ultimo di ricristianizzare integralmente la società. Non si dispone di dati certi sulla tiratura di queste testate. Per
l'«Osservatore Cattolico», Canavero parla di un passaggio dalle 3000 copie del 1873, alle 8000 del 1902 [Canavero 1982, 14]; mentre l'autore di alcuni annuari della stampa italiana coevi, parla di
addirittura 16000 copie negli anni 1896 e 1898 [Berger 1895-97, 1898, ad vocem]. Al di là dell'esatta diffusione quantitativa, sulla penetrazione del giornale Canavero afferma: «aveva
un'influenza diretta sugli abituali lettori, ma raggiungeva anche – specialmente nelle zone di campagna – una grande quantità di contadini analfabeti attraverso le prediche dei parroci. L'articolo
di fondo del sabato era infatti normalmente dedicato ad un grande tema di carattere politico-religioso che veniva trattato in forma piana e semplice, una vera e propria “lezione popolare”, pronta
per essere utilizzata durante la predica domenicale, che contribuiva così alla diffusione delle idee intransigenti. Quando poi l'Osservatore Cattolico subiva sequestri e condanne per le sue
“Lezioni Popolari” (e il caso non era raro), clero e fedeli provvedevano con raccolte straordinarie che permettevano di pagare le pesanti ammende del Regio Fisco, dimostrando concretamente
l'attaccamento dei cattolici milanesi al loro giornale» [Canavero 1988, 42-43]. Concorde Giovanetti, che individua come pubblico «il basso e giovane clero, i parroci delle campagne, gli studenti
dei seminari», ossia tutti coloro che poi «diffondevano il verbo tra la gente ancora largamente analfabeta» [Giovanetti 1989, 104]. Dopo la morte di Albertario, il giornale, che pure si era
identificato tanto con il «campione del giornalismo cattolico», sopravvive sotto la direzione di Filippo Meda (già sostituto durante l’anno di carcere), che attenua le asprezze del giornale e
accantona i contenuti più bellicosi. Tra questi anche la violenta polemica antiebraica che dopo vari exploit, anche duraturi (come quello dei primi anni Novanta di cui parliamo in questo
saggio), conosce l'ultimo picco durante l'affaire Dreyfus [Di Fant 2002; inoltre, per un’analisi di medio periodo - dal 1870 alla vigilia dell’affaire - cfr. Di Fant 2005, in
parte ripresa qui]. Prioritaria diventa una riflessione più pacata sull'azione sociale e politica dei cattolici, che sia alternativa sia al liberalismo che al socialismo. Nel 1907, nella nuova fase
aperta dall'attenuazione del non expedit, l'«Osservatore» sarà infine condotto alla fusione con la «Lega Lombarda», dando così vita all'«Unione». Sul giornale, oltre ai saggi già citati,
si vedano Marcora [1988], Giovanetti [1989], Cajani [2002], Paoluzzi [2003].