La propaganda della resistenza
«È evidente che finora la sola propaganda parlata è stata quella dei gollisti e dei comunisti, il cui lavoro era facile poiché essa rispondeva ai desideri segreti della maggioranza della
popolazione. [...] In tutti i dipartimenti della Zona Sud, la propaganda antinazionale registra, in tutte le sue forme, un innegabile successo. / Sembra evidente che il suo compito sia più facile
di quello della propaganda governativa. Una predica l’opposizione, la ribellione agli ordini del governo ritenuto prigioniero, e lusinga l’amor proprio “patriottico” del popolo. / L’altra,
invece, chiede la sottomissione, la disciplina, la pazienza, tutte qualità difficili da trovare all’epoca attuale. / Nell’opinione pubblica la critica di un regime è sempre stata meglio accolta
che la sua difesa o il suo sostegno. / La propaganda avversa [...] dispone d’altronde di mezzi potenti e di una quantità di agenti volontari reclutati fra i nemici del regime. / Essa gode infine
di un credito che non è dovuto solamente allo stato di ricettività dei suoi adepti, ma anche – bisogna pur dirlo – alle sue qualità di organizzazione, alla sua sicurezza d’informazione, alla sua
rapidità di diffusione».
Da: Rapport adressé au chef du Gouvernement par le service du contrôle de l’opinion publique (n. 3309), 2 agosto 1943, 7 e 21, in AN, F 60, b. 1679.
DOI: http://dx.doi.org/10.1473/stor3