Luogo della memoria
Il termine luogo della memoria deve la sua genesi a Pierre Nora (tra i più insigni e riconosciuti storici francesi) che nella sua opera Les Lieux de
Mémoire, Paris, Gallimard, 3 voll. 1984-1992 delinea una serie di “luoghi” reali e simbolici, monumentali o legati al paesaggio. Per un’evoluzione di questo approccio e un’analisi comparativa
si veda: J. P. Vallat (a cura di), Mémoires de patrimoines, Paris, L'Harmattan, 2008. Attraverso i casi francesi, italiani, spagnoli, tedeschi, Vallat amplia la nozione di patrimonio investendola
di un carattere simbolico e incrociandola con quella di memoria. A livello disciplinare, come è caratteristico nella tradizione storica francese delle Annales, l’autore ricorre alla geografia sin
dall’eloquente sottotitolo: itinéraires géographiques. Anche la storiografia italiana ha provato a realizzare un’opera in parte simile a quella di Nora. Si veda: M. Isnenghi (a cura di), I
luoghi della memoria, Roma-Bari, Laterza, 3 voll, 1996 – 1997. Sulla memoria senza testimoni: D. Bidussa, Dopo l’ultimo testimone, Torino, Einaudi, 2009. Si chiede, tra l’altro,
Bidussa su un bilancio di 10 anni delle giornate della memoria: “il Giorno della memoria ha un futuro oppure il suo contenuto si è già esaurito? Si veda anche: R. Di Castro, Testimoni del non
provato. Ricordare, pensare, immaginare la Shoà nella terza generazione, Roma, Carocci, 2008.