Storicamente. Laboratorio di storia
Ritals

Il termine ritals – insieme al più celebre macaronis – era l’espressione dispregiativa con cui venivano chiamati in Francia gli immigrati provenienti dall’Italia. L’origine della parola non è chiara e molte sono state le ipotesi avanzate. L’abitudine di connotare con un termine dispregiativo gli immigrati italiani – e quelli di altre nazionalità – non era una peculiarità francese. Nel mondo anglosassone, in particolare negli USA, gli italiani venivano, infatti, chiamati dago, nomignolo che deriverebbe dalla latinizzazione del termine dagger, coltello. (G. A. Stella, E. Franzina, Brutta gente. Il razzismo anti-italiano, In: P. Bevilacqua, A. De Clementi, E. Franzina, Storia dell’emigrazione italiana. Arrivi, Roma, Donzelli, 2002, 295). Anche in Francia, d’altra parte, era diffuso, in particolare nel corso della prima fase migratoria, il nomignolo di Signor coltello, attribuito agli immigrati provenienti dalla penisola (S. Bonnet, R. Humbert, La ligne rouge des hauts-fourneaux. Grèves dans le fer lorrain en 1905, Paris, Denoël, 1981, 188). I termini ritals e macaronis ebbero però una vita più duratura. Il primo in particolare fu in seguito recuperato da scrittori, musicisti, studiosi di origine italiana che ne fecero un elemento di riconoscimento identitario. Alla fine degli anni Settanta del XX secolo, il celebre libro di François Cavanna, Les Ritals, sancì definitivamente l’ingresso di questa parola in un alveo diverso da quello della discriminazione. Anche il più celebre storico delle migrazioni italiane in Francia, Pierre Milza, avrebbe in seguito intitolato una delle sue sintesi Voyage en Ritalie.

F. Cavanna, Les Ritals, Paris, Belfond, 1978.
P. Milza, Voyage en Ritalie, Paris, Librairie Plon, 1993.