Omicidio rituale
Occorre sottolineare che l'accusa di deicidio – uccisori di Cristo – e quella dell'omicidio rituale non sono identiche, anche se l'analogia con il crimine connesso alla
“uccisione” di Cristo riappare in entrambe le strutture delle accuse. Al centro si colloca la determinazione a criminalizzare l’ebraismo. L’accusa di omicidio rituale si diffuse nell’Occidente
cristiano a partire dall’età medievale. Essa colpì, a fasi alterne, le comunità ebraiche. Il nucleo costitutivo dell’accusa, che subì variazioni fino a trovare la sua forma più perfetta nel caso di
Simonino di Trento, si fonda sulla credenza che gli ebrei, durante la Pasqua, debbano uccidere ritualmente un bambino cristiano per usarne il sangue. L’accusa fu ampiamente diffusa nelle
pubblicazioni periodiche cattoliche per tutto il corso della seconda metà dell’Ottocento. I casi di accusa di omicidio rituale si perpetuarono fino alla seconda metà del Novecento. Su questo
argomento, che qui non possiamo trattare, si veda: Jesi 2007; Taradel 2002. Sul caso di Simonino di Trento rimando al classico Hsia 1990 e 1996; Esposito, Quaglioni 1990 e 2008. Su questo tema si
veda l’articolo di Di Fant in questo dossier: Don Davide Albertario propagandista antiebraico.