Nelle colorite espressioni di Bombacci ricorre continuamente una questione chiave del “biennio rosso” su cui tutti i socialisti, italiani e non, furono costretti a riflettere in
quegli anni: l’incontro con il leninismo. Al fondo della riflessione di Lenin vi era «quella operazione di appropriazione e ritraduzione della lezione rivoluzionaria del marxismo» che metteva di
fronte a problemi nuovi i socialisti europei. Lenin lanciò con forza «il problema del potere e della direzione politica della classe operaia: questo significava una completa riorganizzazione degli
strumenti teorici, politici e organizzativi del movimento operaio.» [De Felice, Serrati, Bordiga, Gramsci e il problema della rivoluzione in Italia, 1919-1920, cit., 11, 9] La forma in cui
si presentò tale riorganizzazione fu quella del rapporto Europa-Russia che implicava un obbligatorio ripensamento del rapporto con il passato, con la tradizione.