La parola d’ordine leniniana dell’aprile del 1917 «Tutto il potere ai Soviet!» ripercorre con notevole forza l’Europa del primo dopoguerra, finendo quasi per essere la formula
magica senza la quale il «Fare come in Russia» non avrebbe mai potuto divenire realtà. Illuminanti le considerazioni di V. Romitelli al proposito. Lo storico bolognese rileva come il significato
(ed il potere effettivo) della «nuova forma di Stato» – come definisce Lenin i Soviet – cambia completamente nel momento cruciale dell’estate-autunno del 1917: da crogiolo della rivoluzione nel
febbraio a forma quasi statale e subordinata politicamente ai partiti contrari ai bolscevichi nel giugno, infine a «vuoto di potere» dopo l’insurrezione dell’Ottobre. Ossia,
«l’Ottobre si spiega anzitutto come risposta alla duplice crisi dei soviet e del partito bolscevico. Nulla è dunque più dubitabile della formula di per sé ovvia secondo la quale dopo l’Ottobre vi fu uno Stato dei soviet, diretto dal partito bolscevico: a quel tempo «soviet» e «bolscevichi» divengono nomi che designano fenomeni diversi da quelli che designavano prima dell’Ottobre»
[V. Romitelli, Sulle origini e la fine della Rivoluzione, Bologna, Clueb, 1996, 179].