Già nel novembre del 1919, Togliatti commentava la creazione dei Consigli di fabbrica a Torino in questi termini: «negli stabilimenti di Torino si sta compiendo una creazione di
nuovi istituti che [...] sono da considerare come i primi elementi di un nuovo sistema di rappresentanza diretta del proletariato, cioè della classe dei produttori. Questo sistema parte dal
reparto, dalla squadra di lavoro, e tende a culminare nello Stato operaio, gli organi di esso incominciano oggi a fare opera di resistenza, faranno domani opera di controllo, tendono a organizzare
e dar vita nel campo della produzione alla dittatura proletaria.» [p.t. (P. Togliatti), Commissioni interne e Consigli di fabbrica, «L’Ordine Nuovo», 1 novembre 1919] E, qualche settimana
prima, aveva dato una definizione indelebile dell’azione nei Consigli di fabbrica: «Noi concepiamo l’azione da svolgersi nei Consigli di fabbrica, come un allenamento dei produttori al potere; ed è
un allenamento che si deve svolgere sia nel capo strettamente economico che in quello politico.» [p.t. (P. Togliatti), I Consigli di fabbrica, «L’Ordine Nuovo», 25 ottobre 1919].