Le critiche a Gennari, in qualità di segretario massimalista del PSI e di promotore del progetto finale della direzione, furono costanti da parte di Niccolini. A fine marzo
l’inviato bolscevico intervenne per l’ultima volta sulla questione della costituzione dei Soviet. Sull’«Avanti!» condannò apertamente sia il nuovo progetto di Gennari che quello della Direzione e
polemizzò ancora una volta fortemente con le elaborazioni ordinoviste. Gennari, nel suo progetto, ripeteva ed aggravava l’errore che Niccolini aveva già rilevato nell’articolo del 5 febbraio:
quella di voler strappare «lembi di potere» era «una concezione perfettamente riformista». Il nuovo progetto della Direzione del Partito, che poi fu approvato a larga maggioranza al Consiglio
Nazionale del PSI di Milano dell’aprile, era ancor meno realistico con la proposta della sperimentazione dei Soviet in una sola località e della loro eventuale estensione. La critica di Niccolini
era una condanna senza possibilità di ricorso in appello:
«ma io mi domando modestamente se siamo nella luna o sulla nostra povera e bella terra? Dove mai si fa esperimentare (!?) il funzionamento del potere del proletariato in una località del paese per poi estenderlo? [...] nell’azione rivoluzionaria del proletariato non abbiamo mai (dico mai) sentito né visto una simile cosa.» [Soviet e Consigli di fabbrica. Non bisogna temporeggiare, «Avanti!», Milano, 30 marzo 1920, 2].