Nel mezzo dell’acceso dibattito del Consiglio Nazionale del PSI, che si tenne non a Torino, bensì a Milano, dal 18 al 22 aprile del 1920, furono, probabilmente, Bombacci e
Gennari coloro i quali misero in maggiore evidenza la rigidità dottrinaria di Bordiga. Bombacci si rivolse a lui in questi termini: «sei per me una mente eletta, [...] hai delle idee ben precise
perché sei un teoretico puro e semplice, ma non sei nella condizione di essere a contatto della vita reale», in Il Consiglio nazionale socialista. Sessione tenutasi a Milano dal 18 al 22 aprile
1920. Testo stenografico integrale inedito, Volume secondo: VI-IX seduta, Milano, Edizioni del Gallo, 1968, 285. E Gennari: «Ed io vorrei rivolgere alcune parole all’amico Bordiga, il quale
vuole essere sempre loico, impeccabile, puro come Parsifal, che vuole essere sempre nell’azzurro dei cieli dei principi, delle teorie, mai a contatto col terreno della realtà, all’amico Bordiga che
chiamerei quasi Sant’Amedeo lo stilita, su una colonna che medita tutto assorto nelle sue teorie, ma che non scende a tutte le contingenze, a tutte le necessità della lotta [...]», in Il
Consiglio nazionale socialista. Sessione tenutasi a Milano dal 18 al 22 aprile 1920. Testo stenografico integrale inedito, Volume terzo: X-XII seduta, Milano, Edizioni del Gallo, 1968,
29.