Il regno di Dio
Con questa ipotesi vorrei spingere la riflessione a prendere una decisione circa il tipo di concezione a cui Gesù fa riferimento quando parla di regno di Dio. Nella ricerca attuale e passata sono state presentate diverse ipotesi (non ho qui intenzione di richiamare l’amplissimo dibattito, cito solo come esempio di opinione differente: M. Hengel - A. M. Schwemer (eds.), Königsherrschaft Gottes und himmlischer Kult im Judentum, Urchristentum und in der hellenistischen Welt, Tübingen, Mohr, 1991). A sembra più convincente fare appello al libro di Daniele perché esso offre una interpretazione dei rapporti tra Israele e la dominazione territoriale dei non-Giudei. In L’uomo Gesù (p. 208) Adriana Destro ed io abbiamo ipotizzato «Gesù era un ebreo che rimase estraneo alle aspirazioni e ai modi di vita introdotti dalla romanizzazione. Di fronte alla potenza culturale di Roma fece appello all’elemento più intimo e più forte della sua cultura, cioè all’idea del potere assoluto del Dio giudaico e alla necessità che Dio regnasse prendendo possesso di tutta la terra».