Il libro di Daniele e il libro di Enoch
E’ vero che nel Libro di Daniele vi sono diverse concezioni del regno di Dio. Daniele 1–6 parla dello schema dei quattro regni a cui succederà un regno di Dio terreno (Dan 2:44; cf. Dan 7). In Dan 4,25 sembra parlare di un regno di Dio di tipo diverso, un regno eterno che è superiore a qualsiasi regno umano. Infine, in 7-12 riappare lo schema dei quattro regni seguiti dal quinto regno terno che però è attribuito da Dio al Figlio dell’Uomo. Daniele quindi offre uno schema per interpretare il rapporto tra i gentili e Israele in cui finalmente Dio prenderà possesso della terra e offre al giudeo la speranza di un dominio universale senza fine. Daniele offre al lettore una visione degli ultimi tempi in cui venga finalmente risolta la contraddizione del dominio dei Gentili su Israele (che sembra smentire la verità del Dio di Israele). Anche il I Libro di Enoch presenta una visone dela storia finale, l’idea del regno di Dio e la funzione regale e/o messianica del Figlio dell’Uomo. Ma queste idee appaiono più disperse e meno unitariamente fuse in una chiare visione della storia universale. In 1 Enoch 1-36 (cosiddetto libro dei Vigilanti) si parla di Dio re in un periodo finale paradisiaco (9:4; 25:7; 12:3; 25:3–5; 27:3). Anche In 1 Enoch 84,42–90 Dio è re della terra oltre che di tutto l’universo. In 1 Enoch 90,20 abbiamo il giudizio finale di Dio, il trono di Dio nella terra di Israele e una trasformazione della terra che sembra implicare la risurrezione. Cf. anche 1 En. 93,1–10; 91,12–17). Infine nel Libro delle parabole il Signore degli Spiriti intronizza il Figlio dell’Uomo (68,1; 62,5; cf. 69,29), che ha funzione di messia, re, giudice e distruggerà tutti i re della terra (46,4–5; 48,4–5; 62–63). Mi sembra che, molto più del I Enoch il libro di Daniele offrisse un quadro generale per situare le speranze religiose di Israele in un contesto politico.