La polizia fiorentina
A Firenze, a partire dal 1777, agivano quattro Commissari di quartiere con i loro famigli. La città era infatti suddivisa in quattro quartieri: San Giovanni, Santa Maria
Novella, Santa Croce e Santo Spirito. A questa vera e propria polizia cittadina erano affidati svariati compiti sia nel campo dell'ordine pubblico che nel campo più propriamente giudiziario. In
particolare essi potevano raccogliere le denunce criminali e svolgere alcuni atti preliminari d'indagine da trasmettere poi al tribunale. Ai Commissari era poi affidata anche la cosiddetta
giustizia economica, cioè una sorta di arbitrato e mediazione nelle cause minori e comunque in tutte le liti che potevano insorgere nel territorio del quartiere, comprese in particolare le liti
famigliari. A capo di questa polizia era posto l'Auditore Fiscale, braccio destro del Granduca e vertice anche del sistema giudiziario ordinario. A partire dal 1784 questa carica fu abolita e a
capo della polizia venne posto un Presidente del Buongoverno con funzioni separate da quelle della giurisdizione ordinaria. Sulla polizia fiorentina cfr. C. Mangio, La polizia toscana.
Organizzazione e criteri d' intervento (1765-1808), Milano, Giuffrè, 1988; A. Contini, La città regolata: polizia e amministrazione nella Firenze leopoldina (1777-1782), in Istituzioni e società in
Toscana nell'età moderna, Atti delle giornate di studio dedicate a G. Pansini, Firenze 4-5 dicembre 1992, Roma, Ministero per i Beni culturali e ambientali, 1994, vol. I, pp. 426-508 e nello stesso
volume G. Alessi, Le riforme di polizia nell'Italia del Settecento: Granducato di Toscana e Regno di Napoli, pp. 404-25.