A. Sorbelli, Intorno alle prime tesi universitarie a stampa, «Gutenberg Jahrbuch», 1941, 118-125, in particolare p. 120; Id., Il ‘Liber Secretus Iuris Caesarei’
dell’Università di Bologna (1421-1450) con una introduzione sull’esame nell’Università durante il Medioevo, Bologna, Istituto per la storia dell’Università di Bologna, 1942, 38-42; C. Piana,
Introduzione a Il ‘Liber Secretus Iuris Caesarei’ dell’Università di Bologna (1451-1500), Milano, Giuffrè editore, 1984, 90-109. In realtà gli studenti assegnatari delle
lecture universitatis coprivano, con il compenso stabilito per il loro impegno, solamente una parte delle spese di laurea poiché la loro retribuzione era fissata alla quota di 100 lire,
che scendeva a 50 lire per la maggior parte delle letture in arti (Archivio di Stato di Bologna, d’ora in poi ASBo, Riformatori dello Studio, Quartironi degli stipendi, b. 34, anno 1510). Dalla
fine del Cinquecento i riformatori cominciarono a segnare solamente il totale complessivo dei compensi dovuti agli studenti impegnati in una lettura che ammontava a 950 lire ripartite tra legisti e
artisti, e tale quota si mantenne sino alla fine del Settecento (ASBo, Riformatori dello Studio, Quartironi degli stipendi, b. 46, anno 1796).