Le comuni agricole del Sessantotto

Nel 1971 alcuni ex capelloni di “Mondo Beat” diedero vita ad una comune nei pressi di Ovada. «Ovada è un’alternativa, un momento di lotta contro tutte le caserme dell’ideologia sedicente rivoluzionaria […]. Ovada è anche un atto di accusa contro la città; la città baluardo dell’alienazione, strumento dell’oppressione e del controllo da parte della società borghese che realizza attraverso l’ideologia della programmazione urbanistica la gestione unilaterale della comunicazione […], l’isolamento materiale nelle case dormitorio di tutti i proletari».
Da: «Re Nudo», 6 (giugno 1971).