Storicamente. Laboratorio di storia

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Giuseppe Antonelli, Carla Chiummo, Massimo Palermo (eds.), La cultura epistolare nell'Ottocento

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Potrà sembrare singolare che di questa raccolta di saggi, curata e in gran parte scritta da italianisti e storici della lingua italiana, si tratti in questa sede. Tanto più se si sottolinea da subito che al centro dei contributi troviamo sondaggi specialistici che richiedono, per essere pienamente compresi, almeno qualche solida cognizione di linguistica. Oltre che costituire un tassello importante per quell'indirizzo di studi che si è avvalso dell'apporto, tra gli altri, di L. Spitzer (Lettere di prigionieri di guerra italiani, 1976), di G. Tellini ([a cura di], Scrivere lettere, 2002) di Luca Serianni (in Viaggiatori, musicisti, poeti,  2002) e dello stesso Antonelli (Tipologia linguistica del genere epistolare nel primo Ottocento, 2003), il volume fornisce peraltro indicazioni preziose anche per chi si avvicina, con lo strumentario e gli interessi dello storico contemporaneista, all'analisi di carteggi ed epistolari.

Suddivisa in due sezioni, Attraversamenti e Approfondimenti, la raccolta presenta nove saggi. I primi cinque sono dedicati a questioni metodologiche: dal dibattito sulle "politiche" delle edizioni digitali (Palermo), alle definizioni della «grammatica epistolare» ottocentesca (Antonelli); dalle riflessioni circa l'apporto di queste fonti alla storia della lingua italiana (Serianni), alle «suggestioni» e «osservazioni» che dalle edizioni digitali potranno trarre lo «storico della cultura e della letteratura» (Chiummo) e quanti si occupano di «ricerca storica» (Mauro Moretti). Gli altri saggi approfondiscono i risultati di sondaggi eseguiti su quattro case-studies, riguardanti personaggi e ambienti della società risorgimentale e postunitaria: i Pianciani, madre e figlio (Danilo Poggiogalli); la suora orsolina Maria Leonarda, educatrice di ragazze della buona società romana della Restaurazione (Gianluca Biasci); alcuni «patrioti siciliani» (Lucia Raffaelli); Amalia Flarer, moglie di Agostino Depretis (Maria S. Rati). Le lettere sulle quali si basano i casi di studio, riversate nel Corpus Epistolare Ottocentesco Digitale (CEOD), sono riprodotte con utili strumenti di 'navigazione' testuale e contestuale nel CD ROM allegato.

Lasciando a recensori più competenti in materia le trattazioni strettamente linguistiche, qui è bene soffermarsi sui motivi di grande interesse che il volume riserva a quanti si occupano dello studio della società ottocentesca.

Gli scavi linguistici suggeriscono di rimodulare categorie e approcci in considerazione delle tante specificità del "medium lettera". Tramite di comunicazione tra due o più individui uniti da affetti, interessi, solidarietà di vario tipo, la lettera va considerata una tipologia testuale a se stante, per le soluzioni espressive a cui dà luogo, per l'uso peculiare della lingua rispetto ad altre scritture esclusivamente pubbliche o esclusivamente private, per le strategie individuali attraverso cui vi si possono intrecciare ordini di discorsi e registri comunicativi. Allargando la prospettiva a una storia sociale ampiamente intesa, la lettera si configura preziosa chiave d'accesso per lo studio dei confini tra pubblico e privato, per comprendere l'evoluzione di rapporti e atteggiamenti, per "misurare" la percezione che gli scriventi avevano di sé, del corrispondente e in generale della contemporaneità. Chiave d'accesso che, in ambito storiografico, è stata pienamente valorizzata in particolare dalla storia delle donne, dei rapporti di genere e della famiglia, come dimostrano i volumi curati da Betri-Maldini (Dolce dono graditissimo, 2000) e da Guidi (Scritture femminili e storia, 2004).

Nel saggio su Epistolari on line e ricerca storica (pp. 81-92), Moretti si sofferma proprio sulle strategie di utilizzo degli epistolari indicate per chi compia (anche) attraverso essi una qualunque ricerca. Premesso che le edizioni dovranno essere corredate da un numero non "soffocante" di marcatori e indicizzazioni decisi a priori - per non inibire il percorso dei ricercatori e non dare l'illusione di letture "definitive" -, si riferisce di alcuni sondaggi tra i testi del CEOD. Ricerche di lemmi che, in pochi istanti, forniscono notizie importanti su temi cari alla storiografia attuale. Ad es., veniamo a sapere che Amalia Depretis è stata mediatrice competente della letteratura straniera nell'Italia post-risorgimentale, e che ha dato un contributo notevole benché "invisibile" alla sprovincializzazione della cultura nazionale. Oppure, cogliamo inattese sfumature delle aspettative che certi patrioti siciliani avevano, a ridosso dell'unificazione, verso il Piemonte sabaudo e verso Cavour (poco nominato, anzi assente in un ipotetico indice dei nomi perché identificato con l'espressione "il Conte").

Questi e altri esempi che possono emergere dall'utilizzo del CD-ROM, ci portano a due considerazioni conclusive. In primo luogo, è auspicabile che il confronto e la collaborazione tra storici e linguisti portino a una comprensione a tutto tondo del genere epistolare, che ne valorizzi le specificità testuali ma anche la funzione di filtro - originalissimo, perché sempre mediato dalla soggettività - del contesto storico. D'altra parte, sembra chiaro che ogni disciplina e ambito di ricerca dovrà svolgere una lettura autonoma dei testi, sottoponendoli ai propri questionari senza accontentarsi delle piste, marcature, indicizzazioni approntate per rispondere ad altre domande, o per garantire ad ogni testimonianza epistolare una generalizzata intellegibilità.