Storicamente. Laboratorio di storia

Dibattiti

Mercati del sesso fra passato e presente. Una introduzione

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Abstract

The text introduces the discussion of Marzio Barbagli’s volume, Comprare piacere. Sessualità e amore venale dal Medioevo a oggi.

«Non ascoltate chi dice che è la professione più antica del mondo». Così comincia la ricostruzione di Marzio Barbagli, che intenzionalmente non reca il termine prostituzione nel suo titolo (Comprare piacere. Sessualità e amore venale dal Medioevo a oggi, Bologna, il Mulino, 2020, 634 pp.). La parola, come osserva l’autore nell’introduzione, accende infatti i riflettori solo sull’offerta, mentre invece siamo qui alle prese con un complesso di fenomeni, tensioni, interessi, attori e attrici in gioco (un gioco tutt’altro che lieve, nonostante le retoriche di scherzo che facilmente vi si imbastiscono intorno) che ritroveremmo in pochi altri oggetti di analisi, con pari densità e conflittualità. Che trattare di mercato del sesso implichi trattare di “prostitute” è una delle banalizzazioni ricorrenti da sfatare, così come lo è il fatto – o meglio, un senso comune che lo dà come un fatto, non privo di ricadute concrete – che il sesso a pagamento sia “sempre esistito”, incardinato nelle necessità costitutive di uomini e donne. I primi, dal lato della richiesta, le seconde, dal lato dell’offerta. Ognuno secondo le proprie inclinazioni di natura. 
I tre contributi qui raccolti leggono il recente lavoro di Marzio Barbagli, professore emerito di sociologia dell’Università di Bologna, autore di ricerche che uniscono la decifrazione del contemporaneo allo sguardo di lungo periodo, con particolare attenzione alla storia della famiglia e della sessualità (fra cui Storia di Caterina che per ott’anni vestì abiti da uomo, Bologna, il Mulino, 2014; Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia, Bologna, il Mulino, 2007, con Asher Colombo; Sotto lo stesso tetto. Mutamenti della famiglia in Italia dal XV al XX secolo, Bologna, il Mulino, 1984 e da ultimo Uomini senza. Storia degli eunuchi e del declino della violenza, Bologna, il Mulino, 2023) concentrandosi su alcuni degli snodi cronologici attraversati nel libro – la prima età moderna, lo scorcio del XIX secolo e il tempo presente – e mettendone in luce alcune dinamiche caratterizzanti. 
Nella temperie in cui i conflitti confessionali si giocavano anche sul piano del controllo delle sessualità (conformi e non conformi alla norma del lecito), si accentuano i nessi – solo all’apparenza paradossali – fra il matrimonio come luogo della sessualità decorosa e legittima e il meretricio come luogo dello sfogo indecente. 
Nel tornante tardo ottocentesco in cui lo Stato liberale comincia a interessarsi ai cittadini come popolazione di cui promuovere la vitalità e la robustezza, una medicina igienista che si fa scienza totale dell’umano non solo divide chi è sano da di chi è malato, ma anche contribuisce a legittimare la separazione fra una prostituzione accettabile e complessivamente “sana” (quella femminile), benché additata a incubatrice di contagi e praticata da soggetti ritenuti costitutivamente corrotti, nel corpo e nella morale, e una prostituzione inaccettabile, quella maschile, sintomo e al contempo causa temibile di effeminatezza della nazione. 
In un presente contemporaneo, infine, in cui la richiesta di riconoscimento di diritti e giustizia per chi esercita il lavoro sessuale fa convergere soggetti e movimenti organizzati in cause comuni e condivise dalla società civile (impensabili per le epoche menzionate poc’anzi), questo mercato appare come ancora profondamente segnato da forme di violenza e discriminazione.