Storicamente. Laboratorio di storia

Dossier

Le plurime identità “italiane” prima dell’Unità d’Italia. Una introduzione

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Abstract

 L’introduzione al dossier Le plurime identità “italiane” prima dell’Unità d’Italia delinea molto brevemente il quadro storiografico sui temi identità nazionali e identità etniche sviluppatosi negli ultimi quaranta anni, all’interno del quale si inseriscono i saggi pubblicati nel dossier.

 

The introduction to the dossier The Multiple “Italian” Identities Before the Unification of Italy briefly outlines the historiographical framework on the themes of national and ethnic identities developed over the last forty years, within which the essays published in the dossier are inserted.

Nel vasto campo storiografico incentrato sui nessi nazioni-nazionalismi-identità nazionali non si può prescindere dalla svolta euristica riconducibile a una serie di studi comparsi nell’annus mirabilis 1983 (Wehler 2001). Studi che marcarono un vero e proprio mutamento di paradigma interpretativo, inaugurando la grande stagione degli approcci modernisti, funzionalisti e costruttivisti à la Anderson (1983), Gellner (1983), Hobsbawm e Ranger (1983) per proseguire con gli ulteriori ampliamenti ed esplorazioni dei vari Miroslav Hroch, John Breuilly, Rogers Brubaker, etc. In generale, questi studi hanno mostrato che le identità nazionali otto-novecentesche possono essere analizzate come costruzioni socio-culturali - spesso con forti implicazioni politico-ideologiche - in continua trasformazione nel tempo, mai uguali a sé stesse. Sul finire del XX secolo questo ricco e variegato ambito di ricerca fu poi in certa misura interessato dalle correnti del cultural turn che, sulla scia degli studi storico-antropologici di Anthony Smith e altri precursori dell’etno-simbolismo, sostenevano la necessità di rivedere le relazioni tra processi moderni di nation building e i sostrati più profondi su cui si reggevano le fondamenta etno-culturali delle nazioni, mettendo così in luce il ruolo della rielaborazione moderna di basi culturali di lunga durata, dove miti, simboli e memorie condivise sono al centro dei processi di identificazione degli individui (Smith 1986; 1998). Da allora, lo studio delle dinamiche identitarie delle nazioni ha alimentato un ampio settore della ricerca storica, interagendo anche con l’analisi di fenomeni connessi a queste dinamiche ma caratterizzanti altre epoche storiche.

A partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, infatti, le rinnovate ricerche di antichisti e medievisti sui rapporti fra impero romano e barbari, maturate nell’ambito del progetto europeo “Transformation of the Roman World” (1992-1997), hanno permesso di capire che anche le identità etniche dei popoli antichi e medievali erano frutto di processi di costruzione socio-culturale messi in atto da attori coevi e quindi specifici dei contesti che le producevano e continuamente le trasformavano, come ha mostrato con grande chiarezza Walter Pohl (2000). Più di vent’anni fa, inoltre, Patrick Geary (2002) ci ha spiegato che a complicare il quadro delle identità etniche dei popoli antichi e medievali sono intervenuti molti intellettuali e politici, che nel corso dell’Ottocento e del Novecento hanno proiettato su quei popoli antichi le identità nazionali allora in costruzione. Un “idolo delle origini” (Bloch 1949) che affondava le radici di una nazione in un lontano passato e che ne rafforzava la legittimazione in una sorta di eterno presente.

Il dossier Le plurime identità “italiane” prima dell’Unità d’Italia, concepito in collaborazione con la redazione di Storicamente, si inserisce in questa doppia tradizione di studi con lo scopo di analizzare in un’ottica di lungo periodo le forme diverse di identità collettive legate all’Italia, sviluppatesi con modalità sempre differenti e con le più varie motivazioni nel corso dei secoli passati. Le virgolette che nel titolo segnano l’aggettivo “italiane” vogliono sottolineare la piena consapevolezza da parte del curatore e degli autori della arbitrarietà inevitabile insita nell’attribuire caratteri di italianità alle diverse società e culture che si sono avvicendate nei secoli nella penisola. Gli italioti della Magna Grecia, gli italici del regno italico attorno al Mille, i membri delle comunità ebraiche di età moderna, e così via, non possono mai essere sovrapponibili con gli italiani contemporanei, ma possono invece essere confrontati con la nostra realtà, in quanto portatori di identità scaturite da complessi processi di costruzione culturale.

I saggi che compongono il dossier coprono un arco temporale che va dall’antichità al Novecento, con affondi sull’età medievale e moderna. L’impostazione prevede due approcci paralleli e in alcuni casi convergenti: da un lato, si tratta di saggi che si occupano di analizzare e decostruire le riflessioni storiografiche, politiche e culturali di autori che sono stati protagonisti della costruzione dell’identità nazionale italiana nell’Ottocento e nel Novecento, concentrando la loro attenzione su determinati periodi del passato remoto o recente.

Dall’altro lato, si trovano invece saggi dedicati alla costruzione e alla percezione di una specifica identità “italiana” in senso lato, diversa per ogni periodo indagato, da parte di autori che vissero e operarono dall’Antichità al XIX secolo e che rivolgevano il loro sguardo al proprio presente. A questo punto dovrebbe essere chiaro che l’indicazione “prima dell’Unità d’Italia” presente nel titolo del dossier non esclude l’analisi di alcuni processi di costruzione identitaria messi in atto nell’Italia otto-novecentesca, ma vuole semplicemente rimarcare che in tutti i casi indagati il passato preunitario costituisce il perimetro di elezione in cui sono calate le varie costruzioni identitarie “italiane”.

Nel dossier è presente anche un’altra duplice impostazione d’indagine: alcuni saggi si occupano della costruzione delle varie identità degli “italiani” come le abbiamo appena descritte, mentre altri si concentrano sulla costruzione del territorio indicato nelle fonti come “Italia”, uno spazio che mutò anch’esso nel corso del tempo. Questa doppia impostazione non è casuale, ma risponde al binomio popolo-territorio, centrale negli immaginari, figure di pensiero e paradigmi nazionali otto-novecenteschi, così come è ancora rilevante oggi, in molti casi. Secondo tale visione, un popolo si formerebbe in un determinato momento storico, rimarrebbe immutato nel corso dei secoli, acquisendo così il diritto di abitare nel territorio che “storicamente” gli appartiene. Ma, se lo stesso nome “Italia” indica realtà geografiche diverse nel corso dei secoli, anche questo aspetto del binomio popolo-territorio risulta essere una costruzione socio-culturale variabile nel tempo storico.

Gli storici dunque – al pari di sociologi, antropologi e altri scienziati sociali – hanno maturato la consapevolezza che le identità nazionali, così come quelle etniche, sono il risultato di complessi processi socio-culturali e, come tali, sono mutevoli nel corso del tempo. Tuttavia, questa consapevolezza non sempre si ritrova nel dibattito pubblico italiano e internazionale. In risposta all’idea che esista una identità italiana unica e immutabile, il dossier apre invece l’indagine al variegato ventaglio delle plurime identità “italiane” storicamente accertate e costruite, fra le tante che si potrebbero indagare, proprio perché vuole sottolineare il dinamismo e la mutevolezza dei modelli identitari nel corso della storia. Una pluralità esigua, certo, che però può consentire di leggere la parola Italia attraverso il prisma della storia e non con il cannocchiale dell’ideologia.


Bibliografia

  • Anderson, Benedict. 1983. Imagined communities. Reflections on the origin and spread of nationalism. London - New York: Verso (traduzione italiana: Comunità immaginate. Origini e fortuna dei nazionalismi. Bari - Roma: Laterza, 2018).
  • Bloch, Marc. 1949. Apologie pour l’histoire ou métier d’historien. Paris: A. Colin (traduzione italiana: Apologia della storia o Mestiere di storico, Milano: Feltrinelli, 2024).
  • Geary, Patrick J. 2002. The myth of nations. The medieval origins of Europe. Princeton: Princeton University Press (traduzione italiana: Il mito delle nazioni. Le origini medievali dell’Europa. Roma: Carocci, 2009).
  • Hobsbawm, Eric, e Terence Ranger, a cura di. 1983. The invention of tradition. Cambridge: Cambridge University press (traduzione italiana: L’invenzione della tradizione. Torino: Einaudi, 2020).
  • Pohl, Walter. 2000. Le origini etniche dell’Europa. Barbari e Romani tra antichità e medioevo. Roma: Viella.
  • Smith, Anthony D. 1986. The ethnic origins of nations. Oxford - Cambridge, Mass.: Blackwell (traduzione italiana: Le origini etniche delle nazioni, Bologna: Il Mulino, 1992)
  • Smith, Anthony D. 1998. Nationalism and modernism. A critical survey of recent theories of nations and nationalism. London-New York: Routledge.
  • Wehler, Hans-Ulrich. 2001. Nationalismus. Geschichte, Formen, Folgen, München: C.H. Beck (traduzione italiana: Nazionalismo: storia, forme, conseguenze. Torino: Bollati Boringhieri, 2002).